giovedì 18 dicembre 2014

VISUAL ART: UN ARCOBALENO ILLUMINA LA STAZIONE CENTRALE

PER I 125 ANNI DI CS UN'OPERA REALIZZATA CON L'AIUTO DEGLI ASTRONOMI



Ogni giorno, per un intero anno, un arcobaleno con colori diversi illuminerá la grande pensina che sovrasta la stazione di Amsterdam. Ogni giorno, subito dopo il tramonto, la gamma infinita di colori verrá proiettata sulla grande finestra che fa appunto da tetto alla piattaforma di Centraal Staion attraverso una tecnica speciale messa a punto dall'''artista della luce'' Daan Roosegaarde con alcuni astronomi dell'Universitá di Leiden. 

L'opera ''Rainbow Station'' nasce in occasione delle 125 primavere della stazione centrale di Amsterdam, che ogni anno conta il passaggio di circa 50 milioni di viaggiatori, e proprio in corrispondenza dell'inizio dell'Anno Internazionale della Luce dell'Unesco. Per il progetto sono stati utilizzate delle lenti a cristalli liquidi (normalmente usate dagli astronomi per esaminare la composizione delle stelle e dei pianeti) in grado di riprodurre esattamente la stessa luce che crea un arcobaleno (in basso il video di presentazione).


''Raibow Station'', la nuova stazione Arcobaleno, non é l'unica visual art della cittá. Anzi. Ormai al suo terzo anno, é in pieno svolgimento il ''Light Festival'', il Festival della Luce che vede disseminata la cittá con opere, sculture e installazioni di luci create da artisti internazionali. Vari i percorsi da fare, in battello, a piedi o in bicicletta.

Uno dei canali illuminato 'ad arte' per il Light Festival

In programma fino al 18 gennaio , il Light Festival conferma la 'passione' olandese per le Visual Art. Non é un caso che in questa cittá, la luce, l'illuminazione degli edifici, delle strade, dei munumenti, non sia il frutto di un caso ma studiata da esperti. E cosí, ad esempio, performance musicali, anche quelle dei dj nei club, vengono accompagnate dai cosidetti VJ, i Dj della luce che appunto propongono innovative immagini e luci abbinate ai suoni.

lunedì 27 ottobre 2014

THEO VAN GOGH, AMSTERDAM LO RICORDA A 10 ANNI DALL'ASSASSINIO

UCCISO DA ESTREMISTA  DOPO FILM DENUNCIA SOTTOMISSIONE DONNE ISLAM 


Il regista Theo van Ghog


E' un aniversario molto sentito quello del decennale della morte di Theo Van Gogh, il regista olandese assassinato a sangue freddo il 2 novembre 2004 mentre percorreva in bici una via nella parte ovest di Amsterdam. Chi era e perché  é stato ammazzato e, soprattutto, perché é diventato il simbolo della libertá di espressione e della lotta a ogni forma di fanatismo religioso, in particolare quello islamico? 

Theo Van Gogh, pronipote del grande pittore nonché regista, scrittore e autore tv irriverente, é un intellettuale della classe alta olandese. Sempre con la sigaretta in bocca, fa film di nicchia, a low budget. E' proprio il suo ultimo film-documentario, 'Submission', a costargli la vita. La pellicola denuncia la sottomissione delle donne in molte famiglie musulmane. Evidentemente, la pellicola non viene presa bene dalla parte fondamentalista. Theo viene ucciso tre mesi dopo l'uscita del film per mano di Mohammed Bouyen, un giovane estremista mussulmano di origine marocchina che dopo avergli sparato otto colpi di pistola, lo sgozza e gli trafigge la schiena con un coltello a cui attacca una lettera per Ayaan Hirsi Ali, la sceneggiatrice del film che ha raccolto le testimonianza delle violenze subite dalle donne poi raccontate nel film. Lo shock é generale. La sera dell'uccisione in Piazza Dam accorrono piú di 20 mila persone per una sorta di manifestazione per reagire a ció che é successo. A tutti, simbolicamente,viene chiesto di fare piú rumore possibile, in risposta alla morte del regista ''messo a tacere''. A seguire, nel parco lungo il quale pedalava prima di essere ucciso, viene eretto un monumento (nella foto in basso) dal significativo titolo ''l'Urlo'' e che rappresenta appunto un volto con la bocca aperta che sembra intento a gridare.

Il monumento creato in onore del regista che rappresenta la liberta di espressione


La morte di Theo van Gogh segna una sorta di spartiacque nella storia olandese fra quello che era stato il sogno dell'integrazione in un paese che sembrava perfetto in quanto a libertá e diritti e il muro del radicalismo piú duro, quello che non accetta critiche. Non é un caso se da qual momento in poi il l'Olanda diventa terreno fertile per un politico come Geert Wilders (una sorta di Bossi dei Paesi Bassi) che fa delle critiche all'Islam il suo campo di battaglia (recentemente Wilders é finito sulle cronache di tutti i giornali, anche a livello internazionale, per il suo discorso prima delle ultime elezioni europee in cui chiedeva alla folla se volesse o meno che si mandassero via i marocchini dal paese).

Insomma, a 10 anni dall'assassinio di Van Gogh,  la strada della convivenza fra diverse culture in questo paese (dove la componente musulmana continua a crescere fortemente) sembra piú che in salita e ancora lastricata da mille difficoltá. I 10 anni dalla morte del cineasta riaccendono la luce su un problema scottante e di difficile soluzione. 



venerdì 10 ottobre 2014

MUORE IL PAPÁ CON IL CANCRO, LA SCUOLA VARA IL 'PROTOCOLLO MORTE'



Parlare di morte con i bambini. A che etá é giusto? E in che termini?
Vi racconto l'esperienza appena vissuta da alcuni bambini fra i 4 e i 12 anni di una scuola di Amsterdam
La morte, infatti, é entrata prepotentemente e con una certa naturalitá in questi giorni a scuola di mio figlio prendendosi, per mano di un cancro, in modo assurdamente veloce, il papá di due dolcissime bimbe. Non solo l'evento in se, ma il modo in cui questo é stato affrontato dall'Istituto devo dire mi ha lasciato davvero sbalordita. Siccome, si é ragionato, le due bimbe giá quando la malattia era in uno stato ormai avanzatissimo, ne hanno parlato con i compagni a scuola, si é reso necessario -ha spiegato la direttrice in una mail- mettere a punto uno ''speciale protocollo'' su come ''spiegare'', ma anche aiutare gli altri bambini a comprendere e a interagire con quanto da lí a ''pochissimo'' sarebbe  irrimediabilmente successo. 

Una manciata di notti dopo, Jan-Willem, cosí si chiamava questo papá, se ne é andato. La notizia é comunicata ai genitori da un'altra mail ma, ai bambini delle classi che frequentano le due bimbe, é stato detto a scuola, il mattino seguente, dalle maestre. Queste hanno riunito i bambini in cerchio e a modo loro hanno raccontato cosa era appena successo. E' stato solo il primo passo verso una sorta di commemorazione che in seguito bambini, genitori, maestre hanno dedicato al papá. Inanzitutto in classe é stato messo su una sorta di altarino con foto del padre delle bimbe, candele e fiori. Affianco a questi una piccola cassetta dove i bimbi che volevano hanno potuto lasciare una lettera, un pensierino, anche solo un disegno. Nelle classi ora ci sono specali libri per bambini che parlano della morte, nella hall della scuola cé'un diario dove tutti possono lasciare scritto qualcosa per lui e che verrá dato alla famiglia.  Insomma una partecipazione completa e intensa da parte di tutti. Volenti o nolenti.

Eh si, perché, in questo turbillion di iniziative, mi sono personalmente chiesta se tutti i genitori siano stati daccordo sul modo in cui la scuola ha affrontato qanto successo. Vogliono davvero tutti che i loro figli, anche molto piccoli, entrino in contato con questo tema? Apparentemente si. Ho chiesto in giro e pare che fra i bambini, compreso il mio, quello che é successo non abbia generato alcun trauma. Ovviamente i bambini rimangono bambini e cosí di recente capita di sentire conversazioni fra di loro del tipo: '' non toccare quella pianta, so che fa venire il cancro''. L'altra sera invece mio figlio vedendomi a fine giornata tracollare sul divanomi mi chiede: ''mamma tutto ok, sei sicura che non hai il cancro?'' (ovviamente si sono susseguiti da parte mia  diversiscongiuri alla napoletana). Ma al di lá delle normali storture bambinesche, la morte, il cancro, sono entrati ormai nel vocabolario di questi bambini, sono stati in un certo senso banalizzati, normalizzati. Lasciando la sensazione che adesso la morte gli faccia, e ci faccia, un pó meno paura.

lunedì 8 settembre 2014

STREET ARTISTS ADOTTANO STRADA ABBANDONATA E LE RIFANNO IL LOOK



           TURISTI IMPAZZITI PER LA NUOVA STRADINA, IL 20 SETTEMPRE INAUGURA

Si sono letteralmente impossesati della strada, caduta in stato di semi-abbondono, e la hanno ridisegna a modo loro, con i loro graffiti. Coloratissima, ovunque. Non hanno lasciato nemmeno un quadratino libero i due street artist olandesi Hero De Janero e Otograph (al lavoro nella foto in basso) che hanno fatto di una stradina un pó dimenticata dal comune, (un vicolo lo chiameremo noi italiani) la prima strada ad Amsterdam (e non solo) completamente ridisegnata e firmata dalla street art.  



Wijdesteeg, questo é il nome della stradina che si trova in una zona centralissima di Amsterdam, proprio alle spalle del Dam, in una traversa della nota Spuistraat. Nonostante la centralitá, da tempo era dominata dall'incuria. Oggi, coloratissima, ritorna alla vita e si propone di diventare uno dei luoghi in fermento della Amsterdam (cool ed underground). A proposito, mi domando, non potrebbe essere un'idea anche per quelle strade italiane un pó degradate? Darle in 'prestito' ad artisti per valorizzarle e riportarle a vivere??? Tornado a Wijdesteeg, i turisti, ma non solo, l'hanno subito promossa. Ed infatti, da questa estate é scattata la foto mania. Mentre i due street artist erano al lavoro, turisti, passanti, gente comune, si fermavano per scattare una foto con il muro ridisegnato a puzzle colorato sullo sfondo. 

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E a farsi impressionare con la scritta a lettere cubitali 'Amsterdam loves you', il nuovo slogan inventato da Hero De Janeiro (che ad Amsterdam é anche un noto dj) che sfida apertamente quello ormai molto commerciale 'Iamsterdam', la mega scritta che gira nei luoghi piú rinomati della cittá attrattiva per tristi di tutto il mondo.



E mentre i due aprano proprio lí accanto uno spazio/galleria dedicato ai loro lavori, il tam tam fotografico sulla sulla nuova street art di Amsterdam é rimbalzato sui social media dientando un piccolo cult. L'entusiasmo ha indotto Ottograph e Hero De Janeiro a ''lanciare'' la strada (''che proponiamo come piattaforma di iniziative culturali all'avanguardia ad Amsterdam'', dicono) con una inaugurazione il prossimo sabato 20 settembre, dalle 17. Da non perdere per chi si trova in quei giorni in cittá e vuole anche solo semplicemente scattare una foto con un background in pure steet art style Amsterdam.   



giovedì 21 agosto 2014

TUTTI NUDI IN BICI PER PROTESTARE CONTRO IL TRAFICO

SENZA VELI IN SELLA PER IL WORLD NAKED BIKE RIDE

Strabbuzzo gli occhi.
''Sbaglio o quel signore sulla bici, proprio davanti a me, é nudo''?. Nemmeno il tempo di formulare a me stessa la domanda che vengo superata da uno sciame di ciclisti tutti, o quasi, completaente nudi. Succedeva subito prima dell'estate nel centro di Amsterdam. Uomini, donne, giovani e anziani, belli ma anche meno, girano senza niente indosso su e i giú fra i canali della cittá come se nulla fosse. 



Torno a casa, racconto concitata per telefono l'episodio a un'amica che mi chiede se sono sotto l'effetto di alcol. ''No, giuro, erano tutti nudi! In bici! No, non lo so fra l'altro come non si faccia a farsi male!''. 

Segue breve ricerca su Google con cui l'arcano viene svelato. I ciclisti che girano cosí come mamma li ha fatti, in realtá prendono parte alla manifestazione World Naked Bike Ride. Nata in Spagna con il nome 'Ciclonudista', si svolge in piú cittá del mondo ed a Amsterdam é arrivata alla sua nona edizione. Viene fatta per dimostrare contro il traffico nelle cittá e contro l'inquinamento. La sua prossima edizione, segnatevi questa data se siete appassionati di ciclismo e convinti naturalisti, si svolgerá ad Amsterdam il 27 giugno 2015. 

mercoledì 9 luglio 2014

OLANDA-ARGENTINA: VAN GAAL, FATE VEDERE LA PARTITA AI BAMBINI!


Piú che un'esortazione é stata un'intimazione: ''Stasera fate stare i bambini alzati e fategli vedere la partita''. Luis Van Gaal, il Ct della nazionale olandese, ufficialmente diventato eroe nazionale, si é espresso cosí oggi durante la conferenza stampa alla vigilia della partita fra Olanda e Argentina, in onda soltanto alle 22 di questa sera. 




Nei Paesi Bassi, dove una parte del paese ancora non ha iniziato le vacanze scolastiche estive (in Olanda le vacanze si prendono a scaglioni a seconda della parte in cui si vive), molti bambini per guardare la partita dovrebbero stare in piedi ben oltre il normale orario consentito. Cosa mal digerita dai genitori olandesi che, in molti casi, spediscono i loro bimbi a letto intorno alle 19.30. Ma oggi, dopo l'esortazione in mondovisione di Van Gaal, nessuno oserá tirarsi indietro. Tutti devono obbedire al coach che qui ormai ha piú potere del premier in carica. 

'' E'qualcosa di unico che ha un impatto su tutto il mondo'', ha tuonato con il suo severo faccione. ''Quindi vi consiglio rigorosamente di fargliela vedere''. Insomma tutti alzati fino a tarda serata per tifare a squarciagola:, se anche con una vocina flebile flebile: FORZA OLANDA!!!''. 

mercoledì 25 giugno 2014

MONDIALI: AH SE CI FOSSE STATO QUEL BONAZZO DI PELLÉ..

QUI UN ESEMPIO POSITIVO PER I BIMBI CHE CHIEDONO IL TAGLIO ALLA PELLÉ





Se ieri, durante Italia-Uraguay, ci fosse stato lui, in campo sicuramente avremmo visto uno spettacolo migliore. E, potetestarnesicuri, ci saremmo rifatti gli occhi vedendo questo ragazzone attaccante del Feyenoord che qui in Olanda é diventato un vero e proprio idolo. E non solo perché un é bellone da capogiro ma anche perché Graziano Pellé é considerato un giocatore a cinque stelle che continua a macinare gol mandando in delirio lo stadio di Rotterdam. Prandelli allora, io mi domando e dico: perché tu l'hai ignorato e non l'hai convocato? Perché ci siamo dovuti sorbire quegli scimmiottoni un pó spocchiosi e pure bruttini? Noi italiani residenti all'estero, se non si fosse capito, abbiamo bisogno di qualcosa e qualcuno di cui andare orgogliosi. E per noi che abitiamo in Olanda, Pellé é uno di questi. 

Pellé, classe '85 (ho giá scritto di lui su questo blog e il post risulta essere il piú letto sempre, approposito grazie Graziano) é considerato un vero e proprio simbolo di positiviá, soprattutto per le nuove generazioni. I bambini lo imitano e vogliono essere e pettinarsi come lui. Ho assistito con i miei occhi alla scena di un bambino che, entrato dal barbiere con la mamma, ha chiesto ''un taglio alla Pellé''. Con mio sommo stupore ho visto che il barbiere sapeva benissimo di cosa si trattasse. Oramai, la sua pettinatura un pó alla Elvis é richiestissima dai piccoli ma anche dai grandi che vedono in lui quell'Italian glamour per cui siamo famosi nel mondo. Pellé non a caso ama la moda e recentemente é comparso sulla copertina di un magazine patinato olandese con tanto di mega servizio con la sua invidiatissima fidanzata Viktoria. 

Il suo taglio anni '60 richiama anche il suo modo di essere. Dichiara infatti di amare e rifarsi a quel periodo in cui, ''si aveva rispetto gli uni per gli altri''. Che dire? La prosssima volta portatevi questo bravo ragazzo e fateci sognare.

giovedì 5 giugno 2014

SINGLE? L'ANIMA GEMELLA ORA TE LA CERCA L'APP., TUTTI PAZZI PER TINDER


AD AMSTERDAM DI MODA IL SOCIAL CON CUI INCONTRI LA NUOVA FIAMMA

Trovare l'amore, o meglio una fiamma, on line non é piú tabú o roba da sfigati. Anzi. Se sei single e non sei su Tinder sei pure un pó ''out''. Cos'é Tinder? E' l'app che sta spopolando ad Amsterdam e che ti mette in contatto con potenziali anime gemelle in cerca come te dell'appuntamento giusto.  Collegato a Facebook, di cui si ha bisogno per effettuare il Login, il social piú alla moda del momento, fa per te una ricerca basata sulla tua posizione geografica, interessi ed amici. Dopo di che ti propone una serie di possibili partner che come te hanno postato foto su foto sul loro profilo. Se lui o lei ti piace clicchi su u cuoricino. Se a sua volta il prescelto da Tinder clicca su una tua foto, é fatta: It's a Match! (sotto l'immagine che compare quando i due si piacciono). 


Da qual mometo l'app apre la chat fra i due che, se le cose vanno bene, si vedranno per un appuntamento al buio. E si perché anche qui ovviamente il rischio di ritrovarsi qualcuno che non corrisponde alla patinata foto postata c'e''. Si c'é ma non cosí tanto. Tinder non é come un tradizionale sito per incontri ma piú un social media alla Facebook dove oramai ci sono un pó tutti. Insomma, come si dice, ''si porta''. Ed é entrato di diritto fra i modi in cui incontrare una persona che ti potrebbe piacere. 

Ho amiche e amici che ormai fanno nuovi ''interessanti'' incontri solo su Tinder. Ho sgranato gli occhi poco tempo fa quando a cena con alcune persone una conoscente ha annunciato che a breve sarebbe arrivato il suo appuntamento Tinder. Ancora perplessa dall'idea mi sono vista arrivare un ragazzo non solo ''bello ma proprio bello'' ma anche siampatico e interessante. 

Niente piú stupore quindi quando un'altra amica, di nuovo single dopo un rovinoso matrimonio, mi ha annunciato: ''Sono molto emozionata, stasera ho il mio primo appuntamento Tinder''. Il tutto comunicato manco a dirlo attraverso un What's up dove mi ha postato anche la sua di lui perfetta foto. 

giovedì 8 maggio 2014

NASCE IL PRIMO RISTORANTE PER ANDARE A CENA SOLI

             DA EENMAAL TAVOLI PER UNO, SI VA PER DISCONNETTERSI DA TUTTO




Volevate andate a mangiare  fuori ma all'ultimo momento vi hanno dato buca? Avete voglia di una bella cenetta ma non vi va di parlare con nessuno? Volete dedicare un angolo di tempo fuori casa ad un duetto fra voi il cibo? Bhe da oggi ad Amsterdam si puó. 

E' infatti nato il primo ristorante al mondo dove si va a mangiare esclusivamente da soli e dove i tavoli sono 'tarati solo  per una persona. Niente piú imbarazzi quindi a sedersi senza compagnia ad un tavolo con il timore di essere accerchiati dagli sguadi di pena degli astanti. Verrete guardati male infatti solo se entrerete in compagnia di qualcuno. Semplicemente perché qui é vietato. 

Il ristorante 'Eenmaal', che in olandese significa 'una sola volta',   é un luogo che serve a una ''temporary disconnection'', una ''temporanea disconnessione'' da tutto e tutti, come spiega la sua ideatrice, Marina van Goor, il cui 'concept' é parecchio piaciuto se é vero che diversi altri Paesi sono ora interessati ad acquistare questo nuovo brand. 

Intanto, inevitabili, si levano le critiche di chi vede questo luogo come un'ulteriore passo in avanti verso un modo sempre piú individualistico di vivere. A questi rispondono quelli secondo cui, proprio perché viviamo ormai in un ambiente dove continuamente siamo esposti e sovrapposti a una socialitá forzata dalla tecnologia (vedi ad esempio i social media), un pó di tempo in cui ci ritroviamo con noi stessi non possa fare inevitabilmente che bene. E voi cosa ne pensate?  A me devo dire l'idea non dispiace. Una cenetta in solitudine, perché no? Per ritrovarsi, peró, subito dopo per un digestivo al bar con gli amici..

giovedì 17 aprile 2014

PASQUA: A SCUOLA CON SCATOLA MAGICA MA A NOI ITALIANI L'AGNELLO MANCA..

QUI I PICCOLI ORNANO UNA SCATOLA CHE SI DONA A ALTRO BIMBO CON DENTRO CIBO PER FARE COLAZIONE TUTTI INSIEME







E' Pasqua. A ciuscun paese le sue tradizioni. Qui in Olanda cé'n'é  carina che coinvolge i bambini. E' la  ''Paasontbijt'', ovvero la colazione di Pasqua. A scuola ogni bambino, in uno dei giorni imediatamente precedenti alla Pasqua, deve portare una scatola di scarpe che ha ornato a casa dove verranno messe delle cose da mangiare per fare colazione in classe all together. La scatola viene data in dono ad un altro bambino (viene estratto a sorte per quale bambino bisogna farla) e poi la mattina della colazione ci si siede tutti insieme e si apre la scatola ''magica'' e si mangia e si commentano le scatole e si é molto molto felici perché la paasontbijt corrisponde quasi sempre all'inizio di un periodo di vacanze di ben due settimane. Ma attenzione troppo cioccolato o caramelle sono banditi perché qui gli zuccheri sono considerati veri e propri responsabili dei comportamenti dei bambini. Cosí quelli piú sfrenati si capisce subito che ne hanno assunti troppi mentre ai piú calmi pare ne vengano somministrate in dosi minori se non pari a zero. 

Ma tornando alla Pasqua, nonostante in ogni paese ci siano usi e costumi divertenti, questa rimane per gli emigranti italiani, sono pronta a scommetterci, uno dei momenti piú difficili in cui stare lontani dal proprio paese d'origine. É ancora piú dura che a Natale.

A Natale, diciamocelo, sono in molti a rompersi le palle a tavola ma a Pasqua no, proprio no.

Pasqua la si fa con chi si sceglie, nessun obbligo familiare. Pasqua é degli amici, é di quelli che vogliono abbuffarsi insieme per 36 ore no stop, é di quelli che si vogliono chiudere tutti insieme in una stanza quando fuori sicuramente piove perché a Pasqua tanto il tempo é sempre brutto.

Pasqua é in quelle stanze di case estive ancora fredde, umide e mal riscaldate.
Ma é anche in quel raggio di sole che finalmente esce e ci trova ancora bianchi con la pelle che poi si fa a macchiette rosse del primo sole.
Ma intanto si mangia tutti insieme, chisssenefrega di tutto il resto. Perché a Pasqua, come ama ripetere la mia amica Fede, si mangia molto di piú che a Natale e soprattutto meglio.
Ho visto gente continuare ad infilarsi cibo in bocca nonostante non avesse un briciolo di fame. Ho visto me stessa aprire un altro uovo quando il secondo bottone del pantalone era giá partito il giorno prima. Ho visto versare un altro e un altro ancora bicchiere di vino rigorosamente rosso quando ormai la botte era piena da un pezzo e la moglie era molto ubriaca. Insomma Pasqua é pura golositá.

Ma non c'é solo il cibo no. Pasqua é legata alla religione. A Gesú che risorge, alla via crucis, alla Chiesa, a ''che paura la processione con gli incappucciati'' di quando eri piccolo.

Tutto questo per chi vive in un paese straniero, si capisce bene, é quasi impossibile da riprodurre. Ci si puó provare ma il risultato non sará mai lo stesso. Perché questo concetto di Pasqua é difficile anche da spiegare e non si puó riassumere  per esempio con un generico ''noi mangiamo molto'' a Pasqua.

Ecco perché l 'emigrante italiano piú che a Natale, piú che durante l'estate, sentirá a Pasqua un gran magone in gola che si chiama nostalgia e che nessun surrogato di agnello pasquale sará in grado di riempire.

lunedì 7 aprile 2014

MUORE TURISTA TALIANO: OMBRA DROGHE ALLUCINOGENE SULL'INCIDENTE





E' successo qualche giorno fa: il festoso centro di Amsterdam si é fermato per alcune ore perché un giovane italiano, poco pií di 20 anni, é finito sotto le ruote di un autobus turistico. Purtroppo é morto sul colpo. I testimoni dicono che il ragazzo si é praticamente lanciato sotto le ruote del mezzo, ha fatto un ''tuffo'', alcuni dicono ''volontariamente''. Suicidio forse? No, secondo i testimoni, come fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti, funghi allucinogeni, si spingono a dire alcuni. Versione che sarebbe stata confermata da un amica della vittima che, secondo quanto riportano i giornali locali, confermerebbe che il ragazzo aveva preso qualcosa ''di forte''. 

A parte la tristezza che porta in se una notizia del genere, un ragazzo va in vacanza a divertirsi e invece, come si dice a Napoli, tira le cuoia, il fatto ha riacceso inevitabilmente il dibattito su alcune droghe, cosí dette allucinegene che, ad Amsterdam é possibile acquistare semplicemente negli Smart Shop. 




Gli Smart Shop (nella foto in alto una vetrina di uno dei tanti negozi) sono rinomati fra i turisti in cerca di emozioni forti soprattutto per la vendita dei cosidetti ''funghetti''. Su alcuni, appunto, producono effetti devastanti. Per chi infatti non li sa 'gestire' e si fa prendere la mano le allucinazioni prodotte possono portare a gesti decisamente estremi. Ed infatti dal 2010 sono quattro i turisti che si sono buttati da altrettante finestre in preda al delirio. L'ultimo, uno scozzese lo scorso anno che ha si é lanciato nel vuoto in pieno centro andando a finire su un pasante che a sua volta é rimasto costretto sulla sedie a rotelle a vita. No comment..

Tornando al giovane italiano, ho cercato sue notizie sui giornali nei giorni seguenti all'incidente per sapere come effettivamente é andata. Niente. Non so se credere alle versione delle droghe. So solo che nel centro di Amsterdam, specialmente nelle ore di punta, bisogna prestare molta attenzione alla viabilitá. Per i turisti una vera e propria gincana in cui destreggiarsi con una tripla carreggiata per macchine, mezzi pubblici e biciclette. Nessuno di queste tre categorie ha pietá per i poveri turisti e se per sbaglio proprio ci si trova nel posto sbagliato si rischia di essere semplicemente travolti.


venerdì 21 marzo 2014

ESCORT: TUTTO ESAURITO PER IL SUMMIT CON OBAMA


DURANTE VERTICE SUL NUCLEARE DAI 600 EURO IN SU PER UN'ORA IN COMPAGNIA




Si prevedono affari d'oro per le agenzie d'escort dell'Aja e dintorni in vista del vertice 'Nuclear Security Sumit' che si terrá nella cittá olandese fra qualche giorno, i prossimi 24 e 25 marzo, e che conterá 'nientedimenoche' sulla partecipazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il vertice sulla sicurezza del nucleare convoglierá in Olanda 60 leader mondiali, 5000 membri appartenenti alle diverse delegazioni e oltre 3000 giornalisti.

Proprio in vista di questo arrivo in massa, pare che le escort olandesi siano state prenotate in dosi massicce giá da molte settimane prima dell'evento e che, secondo dichiarazioni delle stesse agenzie per cui lavorano, non si scomoderanno per meno di 600 euro all'ora. Insoma quando c'é la domanda l'offerta si impenna. Le regole del mercato non tradiscono proprio nessun settore pare.

E mentre sui giornali olandesi impazza il dibattito sulle eccessive limitazioni che dovranno subire i cittadini (autostrade per interi tratti completamente chiuse, treni a singhiozzo, solo per citarne alcune) e mentre molte di voi si staranno interrogando sulla possibilitá di cambiare mestiere, le agenzie di escort fanno sapere che la ''massima discrezione'' sará assicurata a tutti i prenotati. In alcuni casi affitate negli alberghi anche seconde camere per gli incontri after summit. Vietato mischiare lavoro (e soprattutto vita privata) e divertimento.Certo che il tutto é abbstanza comprensibile: quando si sta a parlare di nucleare tutta la giornata la testa poi non ti puó non scoppiare... Ecco allora la maniera di rilassarsi un pó...

venerdì 7 marzo 2014

TV: NUDI IN UN REALITY PER INCONTRARE L'ANIMA GEMELLA

E INTANTO IN ONDA ANCHE UTOPIA, IL NUOVO GRANDE FRATELLO



Ci siamo: l'utima frontiera dei reality show é stata raggiunta, anzi sfondata. Nell'ultimo impertinente reality made in Holland i concorrenti sono nudi cosí come mamma li ha fatti. In 'Adam cerca Eva', il nuovo programma appena incominziato su RTL5, i protagonisti sono due single che approdano nudi sull'ísola deserta Mogo Mogo (Panama) dove a parte sopravvivere, dovranno conoscersi e capire se l'altro é la potenziale anima gemella.  In ogni puntata di questo nuovo ''datingshow''  una nuova coppia si mostra in tutta la sua ''purezza'' commentando il susseguirsi degli eventi con la presentatrice, la bella Nicolette Kluijver che, nonostante abbia posato senza veli per Play Boy, non ha esitato a dichiarare che parlando con i concorrenti provava a ''non guardare in basso''. La prima puntata, manco a dirlo, é stato un successo. 

Intanto, nei Paesi Bassi, la terra per eccellenza dei reality show (si inventano un format al minuto) un altro programma sta tenendo banco fra gli spettatori. Si tratta di Utopia (vedi locandina in basso), il nuovo Grande Fratello ideato proprio dal papá di Big Brother, il magnate tv John De Mol (sua la nota casa di produzione Endemol, la stessa di 'The Voice', tanto per citarne una).



Insomma invece di trascinarsi fino a Grande Fretello 13 (in Olanda sono andate in onda ''solo'' sei edizioni del reality) hanno riadattato il format di base del GF, ovvero un gruppo di persone 'costrette' a vivere insieme, ad una  nuova ambientazione (meno patinata) e nuove regole modificando ma mantenendo il meccanismo del ''sei stato nominato'' e quindi dell'eliminazione. 

In Utopia quindici persone sono state messe insieme per costruire una sorta di nuova comunitá e hanno a disposizione pochissimi mezzi. La principale differenza con il GF é che qui i partecipanti non sono reclusi bensí possono avere contatti con il mondo esterno. Inoltre non bivaccano ma hanno una serie di compiti da realizzare. In piú sono meno belli e palestrati (sicuramente piú agé) e hanno un'abitazione sicuramente meno comoda. Vivono in un capannone in mezo a un bosco (vedi foto in basso), hanno a disposizione un pezzo di terra da coltivare, un trattore rotto che devono tentare di aggiustare, alcuni animali come mucche e polli e un budget basso da investire per riparazioni e costruzioni varie. Se i soldi finiscono possono cercare piccoli lavoretti all'esterno.



Fra le cose che divertono piú gli spettatori (a parte gli immancabili litigi, amori, sotterfugi e cospirazioni da reality) sicuramente le eliminazioni che,  in questo programma, sono sempre accompagnate da un nuovo arrivo con una sorta di continua interattivitá fra chi guarda il programma e i suoi protagonisti. Funziona cosí: ogni mese gli spettatori decidono attraverso il sito 2 nuovi potenziali concorrenti. A questi viene assegnata una visa (ebbene si) per andare temporaneamente fra gli altri utopici. Solo uno dei due ovviamente potrá restare. Intanto gli abitanti di Utopia piú 100 spettatori nominano 3 concorrenti giá in gara. Sará il nuovo concorrente a decidere poi chi di questi tre se ne dovrá andare.




Nei Paesi bassi, dove i reality vanno in onda con la stessa frequenza coi cui in Italia trasmetto le fiction, si assiste televisivamente parlando, soprattutto dal punto di vista di nuovi format, ad una continua sperimentazione Alcuni vanno incontro ai gusti degli spettatori altri proprio no. Fra i piú popolari lo scorso anno sicuramente Celebrity spash' dove un gruppo di piú o meno famosi (in alto la foto di uno di loro) si cimenta con una gara di tuffi con risultati a volte imbarazzanti e quindi esileranti. Lo stesso effetto prodotto dallo spassoso reality in cui un gruppo di naufraghi, sbarcati su un'isola deserta, devono stabilire convivenza e contatti con un gruppo di aborigeni del luogo. Insomma una sorta di Isola dei Famosi. Con un piccolo particolare: gli aborigeni in questione non sono veri ma attori che per tutta la durata del programma li prendono spudaratamente per il culo. 

giovedì 6 febbraio 2014

RACCOLTA DIFFERENZIATA: DA BAMBINI SI 'PLASMA' L'ANIMA ECOLOGICA




''Mamma ha detto la maestra che tu non pensi alla natura''. What??? La messa in stato d'accusa di una mamma, io, che non pensa abbastanza ''in verde'' per i tempi che corrono arriva direttamente dalla scuola per bocca di un bambino di 7 anni che improvvisamente solleva un argomento su cui non mi ero ancora preparata per rispondere. 

''E perché (quella simpaticona del)la maestra ha detto questa cosa?'' rispondo io giá sapendo dove stava andando a parare la conversazione. ''Perché tu butti tutto insieme e cosí  rovini l'ambiente''. Cxxxx detta cosí mi fa sentire la causa dei principali disastri ambientali sparsi per l'emisfero. Ecco che proprio quel senso di colpevolezza che mi portavo inconsapevolmente dentro (si, certo,  lo sapevo giá da me che nonostante viviamo in un paese dove per fortuna non si assiste a nessuna tragedia legata allo strasbordamento dei rifiuti e dove i cassonetti -vedi disegno in basso- sono magicamente incastonati sotto terra  lasciando all'esterno solo una casina piccola da cui non arriva maleodore o surpus di monezza, non si puo' comunque pensare oggigiorno di non differenziare almeno un pó) ecco, dicevo, quel senso di non fare quello che si deve per rispettare l'ambiente che ci circonda, mi ha portato ad accettare e sotoscrivere tutte le  condizioni poste dal bambino ecologista sul posizionamente di 3 nuovi contenitori monnezza all'interno della casa. 



Ebbene in un appartamento giá messo a dura prova dal pasaggio di un bambino di un anno, la nuova geografia dei sacchetti, almeno qui, non ha sicuramente avuto impatto zero. Ed infati il sú  menzionato baby trova sempre il modo di andare a pescare nei sacchetti di plastica, carta e vetro, sparpagloiandone il contenuto un pó dapertutto. 
Il risultato é che ora é  casa nostra a sembra una discarica ma siamo orgogliosi e quando finalmente si va a svuotare il contenuto dei sacchetti ci sentiamo sicuramente piú leggeri. Purtroppo il 7enne é stato talmente índotrinato'a scuola sulla raccolta indiferrenziata che ha creato a casa quasi un clima di terrore sull'argomento. Se apre il sacchetto con l'umido e per puro caso ci é finito un pezzetto di carta si aggira furibondo per casa in cerca del colpevole ''che vuole distruggere la natura''. 

Non staremo andando un pó oltre? Ma no! La nuova organizzazione ha avuto anche il plauso della maestra che, ha riferito mio figlio, ''ha detto che stiamo facedo bene'''. Pfiuuu..sospiro di sollievo. 
Solo un piccolo neo nel nostro nuovo assetto di famigia del reciclo: i pannolini del bambino piccolo. ''E questi mamma dove li buttiamo questi?''. ''Dove ti assicuro caro mio subito dopo non crescerá piú l'erba..''.  
Ebbene.. buona riciclata a tutti!

lunedì 20 gennaio 2014

ALLATTARE IL FIGLIO DI UN'ALTRA: CADE UN TABU'

SEMPRE PIÚ POPOLARE 'HM4HB', RETE DI CONDIVISIONE DEL LATTE MATERNO


Una mamma non ha latte sufficiente per allattare il proprio figlio. Invece di passare al latte in polvere chiede ad un'altra donna di farlo per lei. Non é un film o un'immagine del passato ma quello che succede oggi, sempre piú spesso, nell'ambito di una 'comunitá' di mamme che non rinunciano a crescere per nulla al mondo i propri figli con il latte materno. 

Ad Amsterdam, ma nei Paesi Bassi in generale, si infoltisce il gruppo di quelle mamme per cui il latte in polvere non costituisce un'opzione. La settimana scorsa, su facebook, ha suscitato un certo scalpore la foto di una donna che allatta il figlio di un'altra. La mamma 'naturale', infatti, avendo latte in quantitá insufficiente a nutrire il proprio bambino, ha chiesto a un'amica di farlo per lei. Soddisfazione da entrambe le parti: una felice di aiutare, l'altra di continuare a nutrire il piccolo senza il ricorso al latte artificiale. 

Ma il ricorso alla ''tetta in prestito'' é solo una delle alternative possibili per queste mamme che parlano di considerevoli rischi alla salute legati all'uso del latte in polvere. Ed infatti, al di lá dell'allattamento vero e prorio, é sempre piú diffuso il ricorso a una sorta di banca del latte, una rete che mette in contatto le mamme che non producono latte sufficiente al sostentamento del proprio bambino con quelle che invece hanno  un surplus: ne hanno in abbondanza insomma per allattare non solo il proprio figlio ma anche quello di un'altra donna. 



Questa comunitá virtuale a livello globale é nata sul web nel 2010 e si chiama non senza una punta di ironia 'Human Milk 4 Human Babies'(Latte umano per bambini umani). Questo ''Informed Milkshare Network'' ha punti raccolta virtuali in tutto il mondo e in Italia, cosí come qui in Olanda, la domanda fra domanda e offerta avviene attraverso  una pagina Facebook  (http://www.facebook.com/hm4hbItaly e ) non poco frequantata. Chi ha bisogno di piú latte chiede (a quelle mamme che abitano il piú vicino possibile) con un vero e proprio anuncio una 'scorta' che andrá a ritirare da quella mamma che ha un'eccedenza. 

Insomma in termini di allattamento, almeno per quando riguarda tante mamme che vivono ad Amsterdam, si assiste come un ritorno al passato, a un tempo in cui il latte artificiale non esisteva. Non é inconsueto sentire parlare di mamme che allattano i propri figli fino ai due anni o oltre o delle donne che allattano due figli con poca differenza di etá fra di loro.  


mercoledì 8 gennaio 2014

SE I BIMBI SI TRASFORMANO IN CANTANTI D'OPERA.

         AL VIA IL PROGETTO DI CANTO COLLETTIVO CON GENITORI E MAESTRE

Siamo tutti cantati d'opera. O perlomeno possiamo tutti diventarlo, fin da bambini. E' partita da questo concetto l'Opera di Amsterdam quando ha pensato al progetto di 'canto collettivo' che ha coinvolto genitori, figli e insegnanti e che a metá dicembre si é svolto a Ijburg, il 'kids neightborhood' per eccellenza di Amsterdam. 

Il risultato finale é sorprendente. Il 13 dicembre nei piazzai antistanti a tutte le scuole del quartiere, in contemporanea alla stessa ora, tutti i bambini (con maestre e genitori) hanno cantato (e mimato) una canzone scritta appositamente per l'occasione da un compositore dell'Opera di Amsterdam. 





Nel video in alto un pó di immagini delle prove e del 'grande giorno' a cui, avendo personalmente partecipato, non esito a definire come insolito, coinvolgete, positivo e divertente sia per i genitori che per i bimbi. Ma l'evento non é certo stato il frutto di improvvisazione. A partire da due mesi prima della data dello 'show' infatti i piccoli studenti (coinvolti a partire dai 4 anni) hanno seguito lezioni di canto tenuti da insegnanti dell'Opera. Lo stesso vale per i genitori chiamati a ad esercitarsi due volte alla settimana per cimentarsi in un testo che, posso assicurare, non era per niente facile. Ascoltare per credere.