mercoledì 27 febbraio 2013

PARTO: PERCHÉ UN UOMO OLANDESE O ITALIANO CHE SIA IN QUESTO MOMENTO É INUTILE (ANZI INTRALCIA)

''I broke the waters'' (il celebre ''ho rotto le acque'') é una frase che pensavo avrei sentito pronunciare solo in quei film americani di terza categoria dove partorisci entro cinque minuti e dove quando ti vengono a trovare in ospedale sei truccata e sorridi come se non ti avessero appena spaccato in due come una mela. E invece, quella sera, quella frase, l'ho sentita pronunciare a me medesima, é uscita dalla mia bocca andandomi a collocare in quella piccola percetuale di donne (il solo 10%) a cui si rompono le acque. Della serie: ti sono sempre piaciute le minranze? E mó pedala! E se vi siete sempre domandate, prima di partorire, se e come vi sareste accorte che le acque si rompevano, bhe, state tranquille, vi posso assicurare che quando succede ve ne accorgete immediatamente e il dubbio si dissolverá nell'attimo stesso in cui vi sta capitando.  

Ma torniamo alla frase incriminata che, liberandosi dalla mia bocca si é andata a infrangere contro il mio compagno che stava placidamente cucinando ignaro di quello che da lí a poco sarebbe successo. E mentre tu ti aspetti che questo omone grande a grosso, questo esempio di maschio figlio di una ricca ed evoluta Europa, prenda facilmente la situazione in mano rassicurandoti con uno solo sguardo, bhe lui che fa? Sbianca. Ma sbianca di brutto. Tanto che per un momento ho temuto che mi svenisse cosí sul pavimento dove giá si erano rotte le acque. Dopo un minuto di quasi silenzio, sguardo vitreo perso nel vuoto, gl ritorna la parola. ma onestamente era meglio che si stava zitto. Perché ora vuole sapere da me ''che facciamo"?. E che dobbiamo fare? Ci diamo una calmata, penso io. Mi rincuori, mi rassicuri. Non che devo consolare io a te. Ma vi pare normale? Io non solo devo andare a sostenere il parto in olandese. Devo pure calmare colui che dovrebbe fare forza a me. Ma niente. Seguono una serie di domande al limite dell'assurdo sull'organizzazione a cui dovevamo apprestarci. Ad un tratto ho sentito addirittura pronunciare parole come timing management. Ho rapidamente concluso che non c'era niente da fare, era andato, ed era meglio che me la cavavo da sola. E mi sono domandata se anche Pique, (che  pure nella foto in basso sembra cosí glamour e padrone della situazione) quando Sakira gli ha annunciato che il momento era quasi arrivato, si é rincoglionito di questa maniera



Fattasi mattina, é giunto il momento di prendere la macchina e andare in ospedale. Io inizio a salire. Lui doveva chiudere la casa e raggiungermi subito. Passa, 1 minuto, 2, 3, 5, 7.. Il tutto con 'simpatiché' contrazioni in cui un minuto ti sembra duri un anno. Finalmente arriva, tutto trafelato. Ma che ci abbiamo la fabbrica di San Pietro che ci hai messo cosí tanto a chiudere??? Ma lui non l'ha capita questa battuta. Ecco che finalmente ci avviamo. Due strade possibili da fare che conducono all'ospedale: una piena di dossi, l'altra liscia come l'olio. Lui che sceglie? Indovinate un pó... sembrava di stare sulle montagne russe, che in linea di principio possono essere anche divertenti, se non devi partorire. 

In sala operatoria poi... non ci crederete ma mi ha pure rubato la scena. Essendogli venuto per lo stress uno sfogo sul dito (mai sentito nella vita) ha catalizzato per circa mezz'ora l'attenzione di medici e infermieri.'' Ehi Ragazzi'', qui ci sarei pure io se non vi dispiace. Inutile dire che infine al momento topico, gli ultimi minuti in cui il secondogenito stava per essere messo al mondo, ha rimesso su quello sguardo da triglia terrorizzata appena pescata che mi ha indotto, magnanima, a cacciarlo fuori con una sola occhiata. E lui che non aspettava altro, é uscito a gambe levate e non so dove sia andato ma credo che sia scappato lontano diversi chilometri perché quando gli ho chiesto di commentare le mie urla ha detto di non averle sentite. Ma se le se si sono lamentati pure nell'edificio di fronte per il troppo casino! 

Anyway... io che mi illudevo che avere un partner olandese mi avrebbe fatto assaggiare il sapore dell'apertura e del coraggio dell'uomo nord europeo per questo tipo di eventi, mi sabagliavo di grosso. Ad Amsterdam, come a Roma e Napoli, non c'e' niente da fare: giaglió siete tutti uguali.