mercoledì 24 ottobre 2012

IL MIO CARO AMICO SIGNOR ISPETTORE DELLE TASSE

IN OLANDA UNA VISITA A CASA QUANDO VUOI AVVIARE UN'IMPRESA

Succede anche questo in Olanda: che un dipendente del Belastingdienst (il temutissimo Ufficio delle Tasse a cui nessuno, nemmeno il Ricucci di Amsterdam, potrebbe sfuggire) suoni alla tua porta allo scopo di insegnarti ad avviare un'impresa.

Quest'ometto peloso e panciuto, a tratti quasi simpatico, me lo sono ritrovata al mio tavolo di cucina di fronte a un caffé espresso napoletano che, sospetto, non lo avrá fatto dormire per almeno due giorni. Ha preso carta e penna e con l'attegiamento dei piú disperati dei professori di ripetizione voleva spiegarmi come funziona la Btw (l'Iva). In olandese, oltretutto.

Chi mi conosce almeno un pochino sa che il mio atteggiamento davanti a numeri e operazioni che ricordino anche solo lontanamente la matematica é come quello di chi alla vista del sangue, anche pochissimo, sviene. Ma per non deluderlo, ho sfoderato il mio sorriso piú intelligente e ho fatto finta di capire tutto.
Benché il pú prezioso dei suoi consigli sia stato quello di prendere un commercialista per quello che voglio fare (bravo, non ci avevo pensato!) e benché lo scopo non dichiarato di questa sua escursione in casa mia sia stato quello di farmi pagare nel migliore dei modi le tasse,  il concetto sotteso a questa visita a me é piaciuto molto.

Tentare di aiutarti ad avviare un'mpresa é qualcosa che in ogni caso ti dá una certa sicurezza e anche speranza. In questo Paese, infatti, a differenza di quello che é avvenuto nel nostro, la libera iniziativa privata é stimolata e sorretta da parte dello Stato e le lungaggini burocratiche tanto care all'Italia sono sensibilmente ridotte. Ma di una cosa puoi essere sicuro: una volta iniziato, la mannaia delle tasse si abbatterá su di te non lasciandoti scampo. Qui, praticamente (quasi) tutti pagano le tasse. A pochi sfiora l'idea di non farlo perché altrimenti, passatemi il francesismo, se ti beccano ti fanno un culo cosí. Sará questa la ragione per cui alla fine i servizi ai cittadini raggiungono un alto livello di qualitá? Insomma: no tasse no party.

domenica 14 ottobre 2012

NOVITA' PER CICLISTI: L'AIRBAG PER BICI ARRIVA IN OLANDA

NASCOSTO IN UN COLLARE, É SUPER CARO: CHI LO COMPRERÁ?


Sono quelle cose di cui dici: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Ed infatti, detta cosí, l'airbag per biciclette potrebbe sembrare utilissimo, soprattutto in un paese come l'Olanda in cui, il numero di biciclette sovrasta abbondantemente quello dei cristiani e dove quindi, un pó inevitabilmente, se non altro per ragioni statistiche, l'incidenza dei 'botti' con la bici é piuttosto alta (non come in Italia insomma dove ''investi il ciclista'', e' ufficialmente entrato a far parte degli sport nazionali). Ma se vi aspettate qualcosa come quella della foto in basso, bhe', vi sbagliate di grosso.




Il nuovissimo airbag per bici arriva dall' avanzatissima Svezia e anche la piu' frustrata fra le fashion victim non esisterebbe a indossarlo. Si nasconde in una sorta di elegante collare-scialle che, una volta presa la botta, si trasforma in un casco gonfiabile che promette di salvarti l' osso del collo.

Questo strumento (vedilo in basso prima e dopo un potenziale incidente) potrebbe risultare particolarmente utile nella famosa e frequentissima caduta procurata dal turista distratto o strafatto. E' praticamente un classico: chiunque si trovi a pedalare dalle parti della stazione o del centro non potra' fare a meno di imbattersi in questo provocatore, seppure involontario, di incidenti ciclistici. Questo individuo, che per comodita' chiameremo I. (che sta per imbecille) ti si para all'improvviso sulla pista ciclabile mentre sfiori i 70 all' ora. Tu, che gia' dal canto tuo non sei un asso nella spericolata e a tratti pericolosa pratica della pedalata disinvolta in centro,  per non investire I. e incorrere in tutte le lungaggini di un possibile ricovero ospedaliero, freni all' improvviso e per evitarlo ruzzoli per 20 metri di pista imprecandogli contro nel tuo dialetto di origine  ma perdendoti per la strada come minimo una rotula. I. capisce che effettivamente ha fatto qualcosa di grosso, si scusa dicendoti 30 volte di seguito 'sorry' e scappa via a procurare il prossimo incidente. Ecco allora il mio spassionato consiglio a tutti gli amici, parenti, conoscenti e affini che vengono in visita ad Amsterdam: sulle piste ciclabili ci vanno solo quelli con la bici, quella con due ruote. Se le si vuole attraversare, non lo si fa all' improvviso ma, come ci insegnato mammina da piccoli, si guarda prima a destra e poi a sinistra. Poi, sui marciappiedi ci vanno i cosi' detti pedoni, quelli con due gambe mentre dove corrono le rotaie pure bisogna stare molto attenti perche' ci corre il tram che non perdona nessuno e investe pure Gesu' Cristo se si trova sul suo percorso. Mentre infine sulla strada normale, quella con i cartelli che avremmo dovuto imparare alla scuola guida, ci vanno le macchine, quelle con quattro ruote.


Ma torniamo al nostro strumento, l'airbag per bici che quindi, fatte questa indispensabile premessa, potrebbe avere tutte le potenzialita' per sfondare e fare breccia nel mercato olandese. Un solo dubbio lacerante, si oppone secondo me al suo successo fra le popolazioni di Amsterdam e dintorni. Gli olandesi (non tutti, per carita') sono tendenzialmente abbasta tirchi. Ora, mi domando, ma voi ce li vedete a cacciare ben 499 euro, che sono parenti stretti a 500, per l' airbag? Che come se non bastasse e', diciamo cosi', pure monouso? Cioe' una volta saltato fuori dal collarino non e' che ce lo puoi rinfalare dentro e correre spensierato verso il prossimo incidente. E no! Lo devi solo buttare via e poi ricoprartene un altro. Sempre secondo loro. Mha, vedremo. Per il momento se venite ad Amsterdam e vi imbattete in qualcuno stampato sul pavimento che indossa quella specie di casco da parucchiere come quello delle foto di sopra, almeno saprete cosa e' successo...






giovedì 4 ottobre 2012

PARTORIRE IN OLANDA, QUESTO SCONOSCIUTO

DIARIO DI UNA GRAVIDANZA/
PARTE PRIMA


Partorire in Olanda. Per alcune italiane puó rappresentare un vero e proprio shock socio-culturale. Ma non tanto per il parto in sé (che é uguale un pó dappertutto: un bambino che deve uscire in sole 2 possibili maniere dal posto in cui si trova) ma per la sua preparazione, cioé i 9 mesi che lo precedono.

Il ginecologo, si quell'uomo vecchio e saggio che in Italia si fa pagare 150 euro a botta, qui te lo puoi scordare. E'una specie di figura mitologica di cui senti parlare ma che non incontri mai. E se lo vedi ti devi pure preoccupare perché: o significa che la gravidanza sta andando male o che in sala operatoria stai quasi per tirare le cuoia (passare a miglior vita). Ed infatti se tutto procede nella normalitá, vieni seguita (e fatta partorire) da una donna chiamata con l'improninciabile nome 'verloskundige'. Chi é? Una infermiera specializzata in parti. Sono bravissime, niente da dire. In Olanda li fanno nascere tutti loro i bambini. Ma dové'la laurea , seppur finta, comprata, appesa al muro che attesta che sei laureato in medicina? Bhe, non c'é. Questo ti lascia un pó perplesso, con i capisaldi di una vita che si sgretolano a uno a uno davanti agli occhi.


Ma poi la incontri e tutto finisce. Capisci che é il meglio che ti poteva capitare....fino alla fatidica domanda: dove vuoi partorire? Come? Scusi? Forse ho capito male. Puó ripetere, please? In Olanda, insomma, la normalitá (lo fa la maggior parte delle donne) é partorire in casa. L'ospedale é l'eccezione. Ora, é vero che anche in Italia sempre di piú si sta affermando la cultura del parto 'domestico' ma questo concetto, per lo meno da me, é ancora molto lontano. Come dice? Che lo posso fare anche nella mia vasca da bagno? Bhe.. magari ci penso su, le faccio sapere... Ma tu giá lo sai che questo non avverrá mai. Per lo meno non a casa tua, non nel tuo letto e tantomeno non nella tua vasca da bagno.

E non perché non ti fidi del sistema olandese ma semplicemente perché ti immagini questa scena di casa tua come al solito nel caos piú totale (calzini usati sparsi un pó dapertutto, il gatto che ha appena espletato i sui bisogni nella lettiera, l'altro tuo figlio che sente le tua urla di dolore ancestrale) e tu che, dopo aver partorito, invece di rilassarti finalmente un pó in un asettico e ordinato ambiente ospedaliero ti trovi nel turbinio del disordine familiare quotidiano. No grazie, almeno per oggi, lasciateci in pace qui.