mercoledì 27 giugno 2012

COFEE SHOP: ANCORA PROTESTE CONTRO IL WIET PAS

Non si arrendono. Anzi, tornano in piazza piú battaglieri che mai. E' il popolo della Cannabis, formato da quelli che proprio non ci stanno al cosí detto 'wiet pas' (in olandese, letteralmente, lasciapassare per l'erba). A partire dal primo gennaio 2013, infatti, l'ingresso nei cofee shop di Amsterdam sará bandito ai turisti mentre i residenti saranno costretti a registrarsi in uno speciale 'albo'che gli dará la possibilitá di acqustare, attraverso il rilascio di un tesserino, i piú comunemente conosciuti come fumo e erba.

Domenica scorsa, quelli che dicono 'no'al wiet pas si sono dati appuntamento a Westernpark, il parco di Amsterdam da qualche anno risorto e convertito in centro multi-culturale (si trova di tutto un pó: da un cinema che dá grande spazio a produzione alternative a un  teatro, dal club techno-huose Wester Unie fino a una piccola fattoria dove i bimbi possono giocare fra galline e pecorelle) e hanno fatto sentire la propria voce contro la nuova legge. Nella foto in basso due manifestanti, che non sembrerebbero nemmeno due giovincelli  in preda ai primi entusiasmi da canna, mettono a confronto il numero di persone decedute causa tabacco (19.357) e alcol (3.855) con quelle decedute causa uso cannabis (0).



In realtá il wiet pas é giá entrato in vigore in alcune cittá olandesi fra cui Mastricht, luogo di confine che da sempre attraeva gente dei paesi limitrofi (Germania, Belgio e Francia) che si recavano lí 'in gita' proprio per acquistare droghe leggere. Ecco quindi, all'indomani del provvedimento, apparire sulle strade cartelli come quelli della foto in basso che mettono in guardia i turisti sull'entrata in vigore delle nuove norme: new rules, no drugs, appunto.


Tornando alla manifestazione non bisogna omettere di dire che il tutto ha assunto una conotazione abbastanza politica. Ed infatti gli organizzatori non si sono limitati a gridare slogan contro il provvedimento, ma hanno invitato i manifestanti a non votare alle prossime elezioni del 12 settembre (in Olanda si sceglierá il nuovo governo recentemente caduto) quei partiti, evidentemente di destra, che sostengono il provvedimento. Come dire, l'ultima parola non é ancora detta.


giovedì 21 giugno 2012

PROBLEMI TECNICI





PER PROBLEMI TECNICI -CHE PRESCINDONO DAL MIO CONTROLLO- NON RIESCO, GIÁ DA QUALCHE GIORNO A PUBBLICARE POST. MI SCUSO CON CHI  HA LA BONTÁ DI SEGUIRMI. SPERO DI RIPRENDERE AL PIÚ PRESTO!

martedì 12 giugno 2012

W LA MARATONA DEI BAMBINI: LORO A CAMMINARE IO A DIRIGERE IL TRAFFICO

AD AMSTERDAM IL GRANDE SUCCESSO DELLA AVONDVIERDAAGSE



Una tribú festante e pacifica di bambini che cammina. E'stata questo e non solo la AVONDVIERDAAGSE, la maratona in cui tutti bambini delle scuole della nostra zona (Ijburg)  hanno camminato per quattro sere consecutive -5 o 10 km a serata- arrivando l'ultimo giorno  a ricevere per mano delle proprie maestre una medaglia per cui si vanteranno per tutto il resto dell'anno. 



Guardate le foto in alto: questo é solo uno dei ponti che hanno calcato in centinaia, bloccando il traffico di biciclette che li hanno pure un poco bestemmiati, beccandosi l'ultima sera tanta di quella pioggia che dopo i genitori li hanno dovuti appendere sullo stendipanni, facendosi le piaghette sui piedini che il giorno dopo sembravano un popolo di nani zoppi. Ma loro no, erano felici, felici di soffrire perché sapevano che la gloria per quello che stavano faccendo li avrebbe ricompensati.



La loro 'fuga per la vittoria' ha, ahimé, coinvolto anche i loro genitori. Chi li accompagnava, chi si é messo a dispozione per attivitá che aiutassero lo svolgimento dell'evento. Io, che dopo i 5 km del primo giorno, mi sono categoricamente rifiutata di farne altri 15 nei giorni seguenti (mio figlio é andato con il papá che ancora deve riprendersi dallo shok fisico: l'ultima volta aveva 12 anni quando ha fatto cosí tanto sport), mi sono lanciata, un fulmine mi colga la prossima volta che dico di si, nelle attivitá di volontariato. Per due, interminabili, serate.

Il primo giorno é stato semplice: facevo la guardiana dei cessi. Cioé nella scuola da cui i bambini partivano per la maratona, nel tempo prima dello start, dovevo controllare che nel bagno non si azzuffassero (ed é ovviamente successo). Ma il compito di gran lunga piú difficile mi é stato assegnato il secondo giorno quando mi hanno messo a fare letteralmente il vigile a un incrocio a stella uncinata per impedire che i bambini attraversassero con il rosso e che qualche macchina li spiaccicasse durante l'attraversamento. Eccomi nella foto in basso nella mia veste di collaboratrice degli ausliari del traffico:



La cosa si é rivelata molto piú complicata, e a tratti pericolosa per la mia stessa incolumitá, di quanto mi aspettassi. Tutto é iniziato nel pomeriggio quando io e altri genitori-addetti al traffico siamo stati convocati dalla Polizia in persona per le istruzioni su come dirigere tutta l'operazione. Sará che un pó ero distratta, un pó il poliziotto parlava per i miei gusti troppo velocemente in olandese, che ho capito giusto un terzo di quello che diceva e quindi di quello che mi sarebbe capitato da lí a poco. 

Infine mi hanno consegnato una piantina in mano dove il mio nome era segnato al posto X. Arrivata in loco mi sono resa conto che era uno degli incroci piú pericolosi del Nord Europa dove le macchine, i tram e le bici ti arrivano a tutta velocitá da tutte le direzioni. 



Ma il vero panico é scattato quando é arrivato il primo gruppone di maratoneti che dovevo fare attraversare senza fare morire, e senza morire io stessa. Gentilmente, quando il semaforo é riscattato rosso per loro, li ho pregati con calma di fermarsi e non continuare a camminare come un gregge di pecore rinciglionite che segue il pastore senza badare a null'altro. Quando ho capito che cosí non mi cagavano di pezza, sono passata alle maniere forti e gli ho gridato inferocita STOP! STOP! Finalmente mi sono stati a sentire: sulla mia figura é calata una certa autoritá. Alcuni bambini mi chiedevano dove fosse la mia pistola, dov'era parcheggiata la mia berlina d'ordinanza. Io ci ho preso gusto, ho sorriso sorniona e anche se nesuno  mi capiva li ho indirizzati dall'altra pate della strada al grido di: 'CIRCOLARE, PREGO CIRCOLARE'. 

giovedì 7 giugno 2012

BICI IN OLANDA: L'ACCESSORIO DIVENTA FASHION

Scordatevi il vecchio secchiello e le borse da mettere ai lati delle ruote. Sono roba del passato, preistorica.


 Adesso se vai in bici e vuoi portare con te qualcosa di piú o meno pesante non puoi fare
 a meno di fare montare, proprio sopra la ruota anteriore, questo portapacchi (vedi foto sopra). 
Ad Amsterdam ce l'hanno praticamente tutti (anche io, modestamente) ed anzi se non ce l'hai sei un pó sfigato. Ecco. Nel paese da tutti considerato anti-fashion (quanto volte ho sentito, ''gli olandesi si vestono male''. per inciso, non é vero), la moda si scatena sul simbolo, l'icona di questo Paese: la bicicletta. 

Ma, direte voi, cosa ci faccio io di questo coso brutto sulla bici? Ebbene, é solo una base per poggiare i vostri cestelli. Il piú popolare? Quello rubato al supermercato che normalmente si usa per la frutta. Ma la fantasia dei fietsmakers (i bicicletai) é andata ben oltre e, fiutato l'affare (come sempre in Olanda se esiste una sicurezza é questa: si inventano i modi piú disparati di fare soldi), si sono scatenati a inventarsi qualcosa di  'oltre'. Che dire di questo porta oggetti in verde pisello? Perfetto per mamma che va a fare la spesa e che ci mette dentro tutte le verdurine che ci piacciono tanto!



O di quest'altro? In grigio. Ottimo se stai andando al lavoro indossando un taieur con simili nuances.



L'appassionato di scampagnete ama invece questo qui in basso. Mentre pedali e trovi un posto carino dove fare un pic-nic lo stacchi e stai a postissimo.

La mia amca Maaike invece ne ha uno come quello nella foto qui sotto. In piú il suo si fregia anche del manico. Quindi lei quando arriva in un posto, parchegga la bici, stacca il cestello e se lo porta a mó di ''quel mazolin di fiori che vien dalla campagna'' dovunque vada.


Ancora indecisa su quello da adottare, ho preso tempo e per ora vado in giro con il solo portapacchi senza cestello. E' una scelta importante. D'altronde, a ciascuno il suo Bike Style.

martedì 5 giugno 2012

LO STRANO CASO DELL'ARTISTA CHE TRASFORMA GATTO MORTO IN ELICOTTERO

                            AMBIENTALISTI E PARTITO DEGLI ANIMALE INSORGONO



Il suo gatto é morto e cosí lui ha pensato di trasformarlo in un  elicottero telecomandato.
La pensata l'ha fatta l'artista olandese Bart Jansen che ha esposto il suo ultimo lavoro al KunstRai, la mostra che si é appena chiusa ad Amsterdam e che ha visto coinvolte 68 gallerie olandesi.

Orville, questo il nome del gatto scomparso, é stato montato su un elicottero telecomandato con tanto di eliche e carrello d'atterraggio. La quantomeno singolare installazione ha e continua a provocare una serie di polemiche fra gli animalisti che tacciano Jansen di maltrattamento, per quanto postumo.


E se sui muri della mostra sono apparse scritte a firma anonima che recitavano minacciose: ''vergogna, morte agli assassini degli animali'', Johnas van Lammeren del partito degli animali, sebbene con toni piú pacati, ha espresso tutta la sua contrarietá per il lavoro dell'artista. ''E'sempre pericoloso parlare di censura nei confronti di qualsiasi espressione artistica -ha ragionato- ma chiediamo a tutti gli artisti di manntenere un livello di decenza e rispetto nei confronti degli animali''. 


L'autore, da canto suo, ha risposto candidatamente con queste parole: ''Il mio gatto amava gli uccelli. Sono sicuro che gli sarebbe piaciuto volare fra di loro, e finalmente, lo puó fare''.

E voi che ne pensate? Voi e i vostri gatti di casa vi sentiti offesi da Bart Jansen?   

domenica 3 giugno 2012

CAMPEGGIO IN OLANDA, QUANTO CI PIACE!



Tutti pazzi per il campeggio. Succede in Olanda dove 9 persone su 10 amano trascorrere le vacanze fra camper, caravan, case ambulanti, tende volanti e quanto altro possa fare sentire a contatto, ma molto a contatto con la natura. Contraria per principio al campeggio fin da quando vivevo in Italia (per un puro equivoco mi aggregai in vacanza in Grecia a un gruppo di fanatici della tenda con cui i rapporti si incrinarono giá dal secodo giorno di permanenza), mi sono dovuta ricredere. Lo scorso week end un'amica mi ha invitato a trascorrere un paio di giorni a 'Bakkum', un campeggio non lontano da Amsterdam, un posto magico. Guardate, nella foto in basso, uno dei sui tipici ´viali´, tanto per avere un´idea.


Qui piú che tende ci sono i cosí detti Sta Caravan. Io ne ignoravo l'esistenza ma poi in loco ho scoperto trattarsi di ibridi fra una casa e un caravan -hanno le ruote- e che a differenza di questi ultimi possono fare solo brevissimi tragitti. Ed infatti mentre d´estate vengono piazzati in questo bosco, in inverno vengono spediti non ho capito dove per restituire il luogo alla natura. Ma in questo campeggio albergano anche vere e proprie casette dalle piú svariate grandezze e colori. Ma che non possono che non essere aggettivate con la parola olandese ´Gezellig,´ l´inglese ´cozy´ qualcosa leggermente di piú del nostro ´accogliente´. Come definire altrimenti la facciata qui in basso azzurro-fata turchina con tanto di vasetti per i fiorellini e biciclette parcheggiate in tinta. 


Il bello é che ce ne sono di tutti i tipi di queste casette-caravan, dalle piú semplici, da puristi del campeggio a quelle che non faccio fatica a definire di lusso. Insomma anche nel campeggio sono riprodotte le classi sociali cosí come in cittá. Anche se qui, piú che una questione di soldi, mi é sembrata una questione di scelta. Ed infatti i camperisti duri e puri, quelli che volutamente scelgono di non avere né elettricitá e tantomeno una piccola cisterna d´acqua, difficilmente andrebbero a vivere dall'altro lato della barricata. In ogni caso, tutti, ma proprio tutti, sono felici e fieri di trascorere del tempo qui, non importa se te ne vai camminando con la carta igienica in mano, se le notti corri nel tentativo di raggiungere il bagno in tempo consono, se tutto d´un  tratto inizia a buttare un freddo che ti devi mettere il maglione che usi a Natale.


Come dimostra questo cartello qui sopra, attaccato sul muro di una casa, chi arriva qui é felice. Letteralmente tradotta, questa scritta vuol dire ''Sono felice di essere uno di voi qui al campeggio Bakkum''.  E cosí onestamente é sucesso a me che volutamente per due giorni non mi sono lavata ed ero fiera di puzzare. ´´Ma Gaia peró, se la prossima volta rimani di piú ti devi fare la doccia´´, mi ha detto Alie, l´amica che mi ospitava. Ho promesso che lo faró. Intanto, qui di seguito una mia piccola galleria fotografica a testimonianza di qualcuna di queste affascinanti abitazioni . Qui di sotto un piccolo gioiello dell´orgoglio olandese, anche nei colori.


Holland pride 


  Comfort in legno per mamma e papá' piú tenda  piantata a uso marmocchi


Tendona extra/lusso



Villino da campeggio


Grunge style


Lo Sta Caravan che ci ospitava


E´ questo é il famoso Sta Caravan che ci ha gioiosamente ospitati. Quello che la padrona di Caravan definisce appunto da campeggiatori duri e puri. Io la mia prova l´ho data. E un pó all´olandese, me ne vanto.