martedì 18 dicembre 2012

CHI SALVA GLI ITALIANI D'OLANDA DA BERLUSCONI? IL CALCIO CON PELLÉ

TUTTI PAZZI PER IL BEL CALCIATORE ITALIANO




Si é vero, se Berlusconi si ricandiderá noi italiani residenti all'estero saremo ancora una volta soggetti a battutte e risatine sulle uscite del Cavaliere, in primis quelle legate alla sua vita sessuale. Ma a noi che  ce ne frega? Ormai il simbolo italiano maschile per eccellenza si chiama Graziano Pellé. Professione: calciatore di successo.

In prestito dal Parma, il bel Graziano gioca nel Feyenoord (la squadra di Rotterdam) dove ha realizzato, dicono gli esperti, una delle stagioni piú produttve della sua carriera. Il bel gioco lo ha fatto entrare nel coure dei tifosi, il bel fisico e la faccia da belloccio in quello di tutte le donne (e non solo) olandesi fra cui é scattata una vera e propria Pellé-mania che, non immeritatamente, gli ha fatto conquistare il titolo di uno dei giocatori piú sexy del campionato. Negli articoli viene definito piú volte un 'adone' e voglio sottolineare, non é che in Olanda scarseggino i bei ragazzi. Anzi. Ma lui ha quel famoso qualcosa in piú, quell'Italianitá appunto che lo fa differenziare dagli altri e lascia intendere cosa voglia dire charme made in Italy.

Un pó di tempo fa é successo che giocando contro il quasi imbattibile Ajax abbia segnato e si sia levato la maglietta per la gioia degli astanti. A fine incontro un giornalista gli ha chisto perché l'avesse fatto (mha, che domanda é??? mi chiedo io) e lui ha risposto che voleva cosí tentare di convincere piú donne ad andare allo stadio. Voi  che pensereste? Che ha fatto la battuta, naturalmente. E invece no. Il suo club l'ha preso sul serio e che ha organizzato? Ha messo su 'nientedimenoche' una ladies night. Cioé la partita in calendario subito successiva é stata dedicata alle donne, super welcome allo stadio con attivitá e omaggi a loro dedicati. Quando si dice il marketing. Inutile dire che loro, le ladies, sono accorse numerose e che lui, Pellé ,non le ha deluse e ha segnato ancora.



Tutti ne parlano. Tutti lo vogliono. Lui rimane lí impassibile, con un sorriso da buono (e bono) e quell'aria da bravo ragazzo che ne fa un simbolo italiano innegabilmente positivo.

Originario di un paesino della Puglia, Pellé ha fra  quanto di meglio posssiamo vantare noi italiani: una bella e grande famiglia che ora lo aspetta trepidante per il Natale. Nelle interviste rimane con i piedi per terra, racconta di quando da ragazzino giocava con i suoi amici per strada, nelle piazze del suo paese (''ma qui i ragazzi non lo fanno giusto?'' -chiede all'intervistatore- mi sa che qui non te lo permettono'', dice candido con, a mio parere, celata malizia che nasconde il retropensiero: avrete pure tutto bello e organizzato ma questo non ce l'avete. Voi anche da bambini dovete giocare nei luoghi a voi deputati. E noi noi no. Lí a sfrenarci al sole. Tié).

Insomma fratelli e sorelle (soprattutto emigrati in Olanda):
l'Italia sé desta.
Grazie Graziano!
Un unica cosa ti rimproveriamo, anzi due: che sei fidanzato e che fra poco, a fine stagione, tornerai a giocare in Italia lasciandoci in balia del nostro destino. Torna presto! La tua (seconda) casa aspietta a te.

giovedì 13 dicembre 2012

COFFEE SHOP: LA GRANDE BEFFA DELLA NORMATIVA OLANDESE

I coffee shop possono vendere erba e fumo. Ma non possono aacquistarli. E' vietato. Come arrivano quindi le droghe leggere al loro interno? Mistero.

E' questa, in poche parole, la grande 'beffa' della normativa olandese sul fumo: i coffee shop vendono, a volontá, secondo un principio non di legalizzazione ma bensí di tolleranza (la cosí detta gedoogbeleid) e pagano per di piú  le tasse su ció che vendono. Ma, secondo legge, non possono acquistare dai 'rivenditori all'ingrosso' e da chi produce (ed infatti anche la produzione é illegale). La polizia, che dovrebbe fare i controlli, chiude quindi un occhio quando i coffee shop devono rifornirsi. Strano no? O almeno a me questo aspetto ha colpito parecchio. Come un altro, alquanto bizzarro.

I coffee shop, questa volta secondo legge (vera e propria) possono avere al loro interno una quantitá massima di droghe leggere. Che é anche abbastanza bassa. Questo vuol dire che piú volte nell'arco della giornata, una  volta che il Coffee shop ha esurito la sua 'scorta', deve rifornirsi. Ecco quindi che dei galoppini inviati da chi vende ai bar del fumo fanno avanti e indietro per rifornirli nuovamente. Questi corrieri, chiamiamoli cosí, non solo devono vedere di non essere beccati dalla polizia ma anche da altri fetenti di merda che, come si dice a Napoli, li vanno secutando per rapinarli del malloppo di cui sono portatori. Mha.... Insomma tutto un pó confusionario con un quadro normativo alquanto scollegato. Ma tant'e'. E' l'Olanda bellezza. D'altronde lo spiegava bene anche Vincent Vega in Pulp Fiction (vedi scena in basso).



Nonostante tutto questo, alcune regole rimangono infrangibili. Per esempio, e' assolutamente vietato vendere ai minori di 18 anni nei cui confronti si sta dipanando una forte campagna allo scopo di tenerli il piú lontano possibile dai Cofee shop. Entreranno a breve in vigore infatti multe e sanzoni per chi viene beccato a fumare a scuola o nel suo stretto circondario. Non solo. Entro il 2014 dovranno chiudere tutti quei Coffee shop che si trovano a una distanza inferiore ai 250 metri dalle scuole. Tradotto in numeri questo vuol dire che sui 220 Coffee shop presenti ad Amsterdam 70 chiuderanno i battenti.

La lotta al fumo fra i piú giovani nasce da una consapevolezza tutta nuova che si sta facendo sempre piú largo nella societá olandese. A lungo, infatti, si é creduto che le droghe leggere non provocassero alcuna dipendenza. Sbagliato, dicono i numeri. La cifra delle persone in cura per disintoccarsi da erba e fumo,  dicono le fondazioni Jellinek e Trimboos, ha toccato nell'ultimo anno quota 11mila (si conta che in Olanda ci siano circa 29 mila dipendenti). Certo,   viene spiegato dagli esperti, le droghe leggere portano minore dipendenza rispetto a sostanze come la cocaina ma, soprattutto  in soggetti tendenti a depressione o altre patologie si puó avere un impatto a queste molto simile.

Un altro dei problemi con cui é necessario fare i conti, in particolare Amsterdam, é quello legato alla crescita del Thc (in pratica la sostanza che dá lo 'sconvolgimento') presente in erba e fumo. Qualcuno, anzi sempre piú, non reggono. Infatti spesso passando davanti a un Coffee shop non é insolito vedere qualcuno stramazzato, nel senso di addormentato o 'imparanoiato', che per la 'botta', specialmente dell'erba troppo potente, ha registrato effetti diciamo cosí, indesiderati. Ed infatti nella cosí detta Nederwit (l'erba prodotta in Olanda) la concentrazine di Thc -secondo dati ufficiali pubblicati dalla fondazione Trimbos- é passata dall '8,6% del 2001 al 20,4% del 2004 per poi scendere al 16,5 del 2011 mentre il fumo é arrivato al 29,6% di Thc. Tutto questo a fronte della quantitá massima di Thc consentita dal governo che é stabilita nel 15%. Come a dire un capatone non indifferente su cui anche i locali fumatori esperti consigliano di stare attenti.

martedì 27 novembre 2012

SINTERKLAAS,IL BABBO NATALE OLANDESE E´ FRA NOI (e non ce ne libereremo fino al 6 dicembre).


E' arrivato, é arrivato e ora fino al 5 dicembre fatto non ce ne libera piú nessuno. Di chi? Come di chi! Ma del protagonista indiscusso di questo periodo dell'anno, l'amatissimo Sinterklaas. Paragonarlo al nostro Babbo Natale é alquanto riduttivo. Sicuramente in comune hanno il fatto che portano i regali ai bambini e che sono di rosso vestiti. Ma attenzione, perché le assonanze finiscono qui.
Ecco di seguito un piccolo vademecum per riconoscerlo (ed evitarlo se volete) nel caso vi imbatteste in questo omone grande e grosso che impazza in questi giorni in Olanda come una vera e propria rock star.

L'arrivo (o meglio, lo sbarco):
Sinterklaas sbarca (é proprio il caso di dirlo) nei Paesi Bassi a metá novembre. Arriva infatti su una bella barca partita dalla Spagna (si pare proprio che viva lí. Credo perché dopo tutto sto freddo che si prende per quasi un mese di filato in Olanda poi ha bisogno di andare a curarsi un pó i reumatismio al caldo. Tutto il contrario che da noi dove Babbo Natale, infagottato come un omino Michelin, arriva a dicembre e trova la gente che si fa ancora i bagni e allora decide di tornarsene giustamente un pó al fresco al Polo). Il suo arrivo é in pompa magna. Migliaia di bambini assetati di regali lo aspettano nei porti, sui canali, sulle rive del fiume. Sbarca da qualche parte ma poi batte a tappeto tutta l'Olanda. Insomma non gli si puó proprio scampare. Ad Amsterdam addirittura ad attenderlo c'era il sindaco che gli ha consegnato le chiavi della cittá. Ed infatti lui, grao, ha iniziato a visitarecon la sua barca tutti i quartieri della cittá (compreso il mio ovviamente, vedi foto in basso), ogni volta sollevando lo stesso casino di bambini e genitori stremati dal freddo e dall'idea di quanti soldi dovranno sborsare per i regali.



Il modo di vestire (in odore di santitá):
A un occhio  poco attento potrebbe sembrare che Sinterklaas abbia lo stesso abito di Babbo Natale. In realtá in comune hanno solo il rosso e la barba bianca. Per il resto Sinterklaas non ha chili di troppo come Babbo Natale. Mangerá molto meno perché anzi ha una figura pittosto alta e slanciata ed é vestito come un cardinale nel giorno dell'elezione del Papa. In alcuni casi addirittura (vedi foto con cui ho personalmente documentato) é costretto a girare con un body guard talmente il bagno di folla che lo attende.




Il giorno in cui bambini ricevono i regali (finalmente ci siamo): il 5 dicembre
Mentre Babbo Natale 'consuma' le sue sue attivitá di dispensatore di regali per bambini nello spazio di una notte, il 24 sera, Sintklaas invece arrivando molto molto prima e trattenendosi in Olanda per circa un mese, scadenza la sua permaneza con una serie di eventi che eccittano i bambini talmente da farli arrivare in qualche caso ad un vero e proprio esaurimento nervoso. Per esempio? Ogni pochi giorni i bambini lasciano le loro scarpe (anche quelle puzzolenti) in un angolino della casa, possibilmente una finestra, con una carota dentro. Infatti sanno che nello spazio della nottata Sint arriverá col suo cavallo che, stanco stremato per tutti i giri fatti (e te credo é da un mese che sta a girá senza sosta!) si mangia la carota e lascia in cambio qualche cioccolata, piccolo regalino, caramelle etc. E intanto la tensione fra i bambini sale in attesa che arrivino i regali veri, quelli pesanti, che verranno consegnati solo la notte del 5 dicembre. Il tutto mentre in Tv ogni sera va in onda uno speciale Tg dedicato a Sinterklaas (che puntualmente sparge il panico con notizie del tipo, la barca gli si é rotta e non si sa se riesce ad arrivare, il cavallo si é azzopato e non puó andare in giro, a lui gli é venuto un raffreddore fortissimo etc. etc.), giornali che lo vedono protagonista, cibarie varie che assumono le sue forme e i suoi colori. Insomma tutto un pó su questo stile.

La minaccia costante a cui sottopporre i bambini:
Fra le cose positive che Sinterklaas porta con se c'é sicuramente il fatto che per circa un mese i bambini vengono tenuti sotto costante minaccia che rende anche i piú scassacazzi improvvisamente buoni e ubbidienti.   Se non fai questo e quello sai che succede? Non hai i regali? Carbone a tutto spiano come con la Befana? No, molto peggio. Un incubo: Sinterklaas prende e ti mette in un sacco e ti porta con lui in Spagna. Un paese non solo per i bambini molto lontano ma, quel che é peggio, in recessione. Cosa che gli olandesi, fin da bambini, proprio non possono digerire. Ecco che diventano tutti bravi soldatini pronti ad ubbidire agli ordini. E allora evviva Sinterklaas!


Gli aiutanti (i celebberrimi Zwarte Piet): 
L'aspetto a mio parere piú singolare e incredibile di Sint é costituito da fatto che questo, a differenza di Babbo Natale che opera in solitaria, si circonda una serie di collaboratori e aiutanti ( i cosí detti Zwarte Piet) che, praticamente, sono piú importanti di lui. Il perché é presto detto: sono coloro che portano le sacche con i regali. Cioé Sinterklaas, secondo me anche grazie al fatto che porta un vestito da cardinale, non si abbassa a trascinare i regali in giro per la cittá. Lo fanno per lui i Zwarte Piet  Come si vede nella foto in alto Zwarte    ( in olandese appunto nero) Piet ha la pelle come la pece e porta costumi tipici da paggetto alquanto sgargianti e un cappello con una immancabile piuma. Sono praticamente un'istituzione, una setta paragonabile solo ai Puffi in fatto di organizzazione e di scala sociale. Ed infatti hanno un loro capo e vari altri personaggi con diversi ruoli (quello brontolone, quello ciccione etc...) che il piu'delle volte si comportano come burloni (vedi foto in basso cui fanno i pazzerelli) facendo monellerie a destre e a manca e conquistandosi l'amore incondizionato dei bambini che spesso, nel corso di questa mesata, si travestono e pittano come loro. 



Anche mio figlio Adriano notariamente recalcitrante a qualsiasi tipo di travestimento, quest'anno ha ceduto ed é sceso a compromessi indossando un cappellino da Piet (eccolo in basso).



La polemica raziale sui Piet 
A causa di questa loro subalternitá a Sinterklaas e per il fatto che si dipingono il volto di nero, qualcuno li ha visti e individuati come simbolo alquando razzista (ed infatti ricordano un pó nei caratteri il popolo del Surinama, a lungo colonia olandese da cui molti furono fatti schiavi). Ma le polemiche restano sullo sfondo perché Sinterklaas e la sua allegra brigata di Piet non possono non coinvolgere anche i piú grandi che vivono in questo periodo quello che qui é considerato il vero Natale

Il vero Natale é adesso
E' infatti vero che, in Olanda, solo negli anni recenti si é iniziato a festeggiare il Natale come lo intendiamo noi, con il classico albero e gli immancabili regali sotto Questo rimane in ogni caso un evento minore rispetto a Sinterklaas. Il problema (dramma) vero é vissuto dalle famiglie come la mia, con doppia nazionalitá, che dopo un interminabile mese passato ad aspettare, festeggiare, idolatrare Sinterklaas devono dare altrettanta dignitá a quel povero Babbo Natale che altrimenti, ahimé, se non altro per numero di apparizioni pubbliche, rischierá di venire dimenticato.

domenica 11 novembre 2012

SAN MARTINO IN OLANDA: I BIMBI FANNO IL PIENO DI CARAMELLE


E' una tradizione davvero sentita dai bambini di Amsterdam che, a minuti, appena calerá il buio, si riuniranno in piccoli gruppetti e armati di un lampione di carta (fatto nella maggior parte dei casi con le loro manine) e illuminato da una lucina dentro, inizieranno a bussare alle porte del loro quartiere. 

A chi gli aprirá canteranno una canzoncina dedicata a Sint Maarten (il santo, forse l'unico che qui infatti viene in qualche maniera festeggiato) e, ondeggiando il loro lampione, riceveranno in cambio caramelle e dolciumi di ogni sorta che, nel migliore dei casi, li faranno stare con il mal di pancia per almeno un due giorni.

I bambini naturalmente sono eccitatissimi primaditutto perché fanno, auitorizzati, il pieno di caramelle. In secondo luogo perché é uno dei pochi giorni in cui viene fatta un'eccezione alla regole per cui, massimo alle 18.00 i bambini per bene stanno giá a casa mangiati, lavati e a asciugati (e ti sfido a trovare un bambino, uno solo, in giro a quell'ora i cui genitori non siano considerati dei malfattori).



Il terzo motivo si appalesa solo quest'anno. Per la prma volta da quando sono in Olanda, infatti, oggi, l'11 novembre, giorno di San Martino, non piove, non tira vento, non é prevista nessuna delle solite intemperanze metereologiche tipiche di questa terra. Il cielo é limpido, la temperatura accettabile se non addiritura buona. Il che fa presagire un'affluenza massiccia di bambini e giri prolungati anche di mio figlio che lo vedo che giá preme vicino alla porta per iniziare il suocaramello-gastronomico tour. Ha in mano un lampione improbabile (credo il piú brutto di tutto il quartiere) ma lo guarda con una fierezza che poche volte gli ho visto negli occhi.

Da bravo italiano ha anche una versione 'ridotta' della canzone, l'avrá imparata sul bignami delle migliori tradizioni olandesi, credo. L'unica cosa che mi fa incazzare é la strofa centrale che dice qualcosa come 'mijn moeder is een dikke zak'. Tradotto: mia mamma é una chiatta.

Delle due l'una: o la ha riadattata a me in questo periodo di gravidanza (e questo mi fa molto ma molto arrabiare) ma lo accetto perché é vero. O la canzone é veramente cosí. E allora a questo punto a quei mocciosi che verranno a bussare alla mia porta da me avranno in cambio solo freschissima frutta di stagione.

giovedì 8 novembre 2012

NEONATI NELLE CAMICE DI FORZA: MA VEDI COME DORMONO BENE


Devo ammettere che la prima volta che ho visto un neonato avvolto in questo affare ho pensato di chiamare Il Kinderbescherming, il Telefono azzurro olandese. Poi, siccome si trattava del figlio di mia cognata, mi sono trattenuta pensando che non é bello denunciare persone di famiglia cosí, su due piedi, senza interrogarle sul reale motivo che li induce a incellofanare il figlio in questa specie di sarcofago di pezza. Mi sono detta  che lei e il marito dovevano avere una ragione profonda per averlo fatto. E ho pensato a un motivo culturalre. In Olanda, mi sono detta, ti fanno capire subito, fin da neonato, che devi attenerti alle regole. Non é che puoi stare lí a fare il matto nel tuo lettino come ti pare. Devi immediatamente renderti conto che  sei obbligato a rimanere in confini prederminati, mica puoi stare a fare o' burdell come i neonati italiani, che poi quelli quando ti diventano grandi come minimo non ti pagano le tasse e bye bye economia allineata ai    parametri dell'Unione europea. Eccoti quindi una bella copertina che ti strizza tutto, ti impedisce di muovere gambe a braccia e ti fa stare fermo fermo, buonino nel tuo posticino. 

La suddetta copertina, che mi aveva ricordato fin da subito una camicia di forza, é stata quindi subito rimossa dal mio immaginario di oggetti utili nei primi mesi di vita di un neonato. Finché la scorsa settimana non sono andata in visita a casa di Luciana, una simpatica e sveglia mamma italiana trapiantata anche lei a Amsterdam che ha da poche settimane dato alla luce Scarlett, la bimba della foto di sopra, anche lei, come vedete avvolta nella diabolica camicia di forza per neonati. Ma Luciana, che in fatto di ultime tendenze di oggetti per bambini é spaventosamente all'avanguardia, mi ha svelato l'arcano. Lo Swaddle -cosí  si chiama- é usatissimo e apprezzatissimo anche in Inghilterra. Ma, al contrario di quello che pensavo, non si tratta di un costringimento psicologico perpetrato giá in giovane etá. E' bensí un modo per tenere il bambino fermo allo scopo di farlo dormire meglio. Ed infatti il poppante, che notoriamene nei primi mesi di vita durante la notte ti butta giú dal letto ogni 3 ore piangendo come se lo stessero sgozzando, con questa fasciatura, pare che dorma felice anche 10 ore di fla e si svegli sereno e rilassato perché non si é auto-svegliato dandosi qualche manata in faccia. 

Non so voi, ma siccome io penso che il sonno di una neo-mamma dovrebbe essere difeso per legge, a questo punto ci provo. Ciro (nome immaginario del mio secondogenito in arrivo fra tre mesi), a mamma, mi dispiace, ma la camicia di forza non te la leva nessuno.




giovedì 1 novembre 2012

CONTRORDINE: I COFEE SHOP NON CHIUDONO PIÚ

SCOMPARE IL WIET PAS: PER I TURISTI NESSUN DIVIETO DI ENTRATA



I turisti potranno tranquillamente continuare a entrare nei Coffee shop di Amsterdam. E' caduto infatti definitivamente il provvedimento, il cosí detto wiet pas, che prevedeva dal primo gennaio 2013 l'accesso  ai coffee shop ai solo residenti regolarmente registrati. 

Il provvedimento, varato dal precedente Gabinetto, é venuto a cadere una volta costituitasi, all'indomani delle nuove elezioni, la nuova colazione formata dal VVD di Mark Rutte e dal Pvda. Ad annunciarlo in una intervista al quotidiano 'de Volkskrant' il sindaco di Amsterdam Eberhard van der Laan (nella foto in basso). Amatissimo nella Capitale, il primo cittadino, avvocato di grido in Olanda, aveva da sempre manifestato la sua contrarietá alla nuova legge sul fumo. Alla base delle principali contestazioni al wiet pas c'era la preoccupazione  di 'trasferire' per srada, aumentandone quindi il commercio illegale, la vendita delle droghe leggere. 



Quello che il sindaco invece non dice é che, se il provvedimento fosse stato mantenuto, propbabilmente l'economia della Capitale avrebe subito un non indifferente contraccolpo. Ed infatti su 7 milioni di persone che ogni anno visitano Amsterdam 5 milioni si recano nei Coffee shop. E' proprio nella Capitale che si registra la piú alta concentrazione di Coffee shop, 220, circa un terzo del totale dell'intero Paese. 

mercoledì 24 ottobre 2012

IL MIO CARO AMICO SIGNOR ISPETTORE DELLE TASSE

IN OLANDA UNA VISITA A CASA QUANDO VUOI AVVIARE UN'IMPRESA

Succede anche questo in Olanda: che un dipendente del Belastingdienst (il temutissimo Ufficio delle Tasse a cui nessuno, nemmeno il Ricucci di Amsterdam, potrebbe sfuggire) suoni alla tua porta allo scopo di insegnarti ad avviare un'impresa.

Quest'ometto peloso e panciuto, a tratti quasi simpatico, me lo sono ritrovata al mio tavolo di cucina di fronte a un caffé espresso napoletano che, sospetto, non lo avrá fatto dormire per almeno due giorni. Ha preso carta e penna e con l'attegiamento dei piú disperati dei professori di ripetizione voleva spiegarmi come funziona la Btw (l'Iva). In olandese, oltretutto.

Chi mi conosce almeno un pochino sa che il mio atteggiamento davanti a numeri e operazioni che ricordino anche solo lontanamente la matematica é come quello di chi alla vista del sangue, anche pochissimo, sviene. Ma per non deluderlo, ho sfoderato il mio sorriso piú intelligente e ho fatto finta di capire tutto.
Benché il pú prezioso dei suoi consigli sia stato quello di prendere un commercialista per quello che voglio fare (bravo, non ci avevo pensato!) e benché lo scopo non dichiarato di questa sua escursione in casa mia sia stato quello di farmi pagare nel migliore dei modi le tasse,  il concetto sotteso a questa visita a me é piaciuto molto.

Tentare di aiutarti ad avviare un'mpresa é qualcosa che in ogni caso ti dá una certa sicurezza e anche speranza. In questo Paese, infatti, a differenza di quello che é avvenuto nel nostro, la libera iniziativa privata é stimolata e sorretta da parte dello Stato e le lungaggini burocratiche tanto care all'Italia sono sensibilmente ridotte. Ma di una cosa puoi essere sicuro: una volta iniziato, la mannaia delle tasse si abbatterá su di te non lasciandoti scampo. Qui, praticamente (quasi) tutti pagano le tasse. A pochi sfiora l'idea di non farlo perché altrimenti, passatemi il francesismo, se ti beccano ti fanno un culo cosí. Sará questa la ragione per cui alla fine i servizi ai cittadini raggiungono un alto livello di qualitá? Insomma: no tasse no party.

domenica 14 ottobre 2012

NOVITA' PER CICLISTI: L'AIRBAG PER BICI ARRIVA IN OLANDA

NASCOSTO IN UN COLLARE, É SUPER CARO: CHI LO COMPRERÁ?


Sono quelle cose di cui dici: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Ed infatti, detta cosí, l'airbag per biciclette potrebbe sembrare utilissimo, soprattutto in un paese come l'Olanda in cui, il numero di biciclette sovrasta abbondantemente quello dei cristiani e dove quindi, un pó inevitabilmente, se non altro per ragioni statistiche, l'incidenza dei 'botti' con la bici é piuttosto alta (non come in Italia insomma dove ''investi il ciclista'', e' ufficialmente entrato a far parte degli sport nazionali). Ma se vi aspettate qualcosa come quella della foto in basso, bhe', vi sbagliate di grosso.




Il nuovissimo airbag per bici arriva dall' avanzatissima Svezia e anche la piu' frustrata fra le fashion victim non esisterebbe a indossarlo. Si nasconde in una sorta di elegante collare-scialle che, una volta presa la botta, si trasforma in un casco gonfiabile che promette di salvarti l' osso del collo.

Questo strumento (vedilo in basso prima e dopo un potenziale incidente) potrebbe risultare particolarmente utile nella famosa e frequentissima caduta procurata dal turista distratto o strafatto. E' praticamente un classico: chiunque si trovi a pedalare dalle parti della stazione o del centro non potra' fare a meno di imbattersi in questo provocatore, seppure involontario, di incidenti ciclistici. Questo individuo, che per comodita' chiameremo I. (che sta per imbecille) ti si para all'improvviso sulla pista ciclabile mentre sfiori i 70 all' ora. Tu, che gia' dal canto tuo non sei un asso nella spericolata e a tratti pericolosa pratica della pedalata disinvolta in centro,  per non investire I. e incorrere in tutte le lungaggini di un possibile ricovero ospedaliero, freni all' improvviso e per evitarlo ruzzoli per 20 metri di pista imprecandogli contro nel tuo dialetto di origine  ma perdendoti per la strada come minimo una rotula. I. capisce che effettivamente ha fatto qualcosa di grosso, si scusa dicendoti 30 volte di seguito 'sorry' e scappa via a procurare il prossimo incidente. Ecco allora il mio spassionato consiglio a tutti gli amici, parenti, conoscenti e affini che vengono in visita ad Amsterdam: sulle piste ciclabili ci vanno solo quelli con la bici, quella con due ruote. Se le si vuole attraversare, non lo si fa all' improvviso ma, come ci insegnato mammina da piccoli, si guarda prima a destra e poi a sinistra. Poi, sui marciappiedi ci vanno i cosi' detti pedoni, quelli con due gambe mentre dove corrono le rotaie pure bisogna stare molto attenti perche' ci corre il tram che non perdona nessuno e investe pure Gesu' Cristo se si trova sul suo percorso. Mentre infine sulla strada normale, quella con i cartelli che avremmo dovuto imparare alla scuola guida, ci vanno le macchine, quelle con quattro ruote.


Ma torniamo al nostro strumento, l'airbag per bici che quindi, fatte questa indispensabile premessa, potrebbe avere tutte le potenzialita' per sfondare e fare breccia nel mercato olandese. Un solo dubbio lacerante, si oppone secondo me al suo successo fra le popolazioni di Amsterdam e dintorni. Gli olandesi (non tutti, per carita') sono tendenzialmente abbasta tirchi. Ora, mi domando, ma voi ce li vedete a cacciare ben 499 euro, che sono parenti stretti a 500, per l' airbag? Che come se non bastasse e', diciamo cosi', pure monouso? Cioe' una volta saltato fuori dal collarino non e' che ce lo puoi rinfalare dentro e correre spensierato verso il prossimo incidente. E no! Lo devi solo buttare via e poi ricoprartene un altro. Sempre secondo loro. Mha, vedremo. Per il momento se venite ad Amsterdam e vi imbattete in qualcuno stampato sul pavimento che indossa quella specie di casco da parucchiere come quello delle foto di sopra, almeno saprete cosa e' successo...






giovedì 4 ottobre 2012

PARTORIRE IN OLANDA, QUESTO SCONOSCIUTO

DIARIO DI UNA GRAVIDANZA/
PARTE PRIMA


Partorire in Olanda. Per alcune italiane puó rappresentare un vero e proprio shock socio-culturale. Ma non tanto per il parto in sé (che é uguale un pó dappertutto: un bambino che deve uscire in sole 2 possibili maniere dal posto in cui si trova) ma per la sua preparazione, cioé i 9 mesi che lo precedono.

Il ginecologo, si quell'uomo vecchio e saggio che in Italia si fa pagare 150 euro a botta, qui te lo puoi scordare. E'una specie di figura mitologica di cui senti parlare ma che non incontri mai. E se lo vedi ti devi pure preoccupare perché: o significa che la gravidanza sta andando male o che in sala operatoria stai quasi per tirare le cuoia (passare a miglior vita). Ed infatti se tutto procede nella normalitá, vieni seguita (e fatta partorire) da una donna chiamata con l'improninciabile nome 'verloskundige'. Chi é? Una infermiera specializzata in parti. Sono bravissime, niente da dire. In Olanda li fanno nascere tutti loro i bambini. Ma dové'la laurea , seppur finta, comprata, appesa al muro che attesta che sei laureato in medicina? Bhe, non c'é. Questo ti lascia un pó perplesso, con i capisaldi di una vita che si sgretolano a uno a uno davanti agli occhi.


Ma poi la incontri e tutto finisce. Capisci che é il meglio che ti poteva capitare....fino alla fatidica domanda: dove vuoi partorire? Come? Scusi? Forse ho capito male. Puó ripetere, please? In Olanda, insomma, la normalitá (lo fa la maggior parte delle donne) é partorire in casa. L'ospedale é l'eccezione. Ora, é vero che anche in Italia sempre di piú si sta affermando la cultura del parto 'domestico' ma questo concetto, per lo meno da me, é ancora molto lontano. Come dice? Che lo posso fare anche nella mia vasca da bagno? Bhe.. magari ci penso su, le faccio sapere... Ma tu giá lo sai che questo non avverrá mai. Per lo meno non a casa tua, non nel tuo letto e tantomeno non nella tua vasca da bagno.

E non perché non ti fidi del sistema olandese ma semplicemente perché ti immagini questa scena di casa tua come al solito nel caos piú totale (calzini usati sparsi un pó dapertutto, il gatto che ha appena espletato i sui bisogni nella lettiera, l'altro tuo figlio che sente le tua urla di dolore ancestrale) e tu che, dopo aver partorito, invece di rilassarti finalmente un pó in un asettico e ordinato ambiente ospedaliero ti trovi nel turbinio del disordine familiare quotidiano. No grazie, almeno per oggi, lasciateci in pace qui.




mercoledì 26 settembre 2012

DISORDINI E RISSE AL PARTY: SE É FACEBOOK A FARTI LA FESTA

AD HAREM UNA 17ENNE PER SBAGLIO MANDA UN INVITO 'APERTO' A TUTTI
SI PRESENTANO IN MIGLIAIA E METTONO LA CITTADINA A FERRO E FUOCO



In Olanda ha sollevato un gran polverone e da giorni se ne continua a parlare. Al centro delle attenzioni ció che é accaduto lo scorso week end ad Harem, una tranquilla cittadina nel nord dei Paesi Bassi la cui quiete é stata turbata da un mega party non autorizzato che ha preso il via, per sbaglio, da un invito di una ragazina su Facebook.

Ma andiamo con ordine. Mirthe, 17 anni, studentessa di liceo, decide di fare una festicciola fra amici. Come tanti, ormai, crea l'evento su Facebook. Piccolo particolare: sbaglia le impostazini e rende l'invito visibile a tutti. A nulla le serve cancellarlo subito dopo: il tam-tam é giá partito. La festa é giá diventata un evento che prende il nome di Project X. E se il giorno previsto per la festa Mirthe scappa in una destinazione top secret, il popolo X si riversa in migliaia a Harem mettendo la cittadina a ferro e fuoco.


Si registrano disordini, risse, ferite, vetrine di negozi spaccati, gente del luogo completamente terrorizzata. Il caso fa parlare non poco l'opinione pubblica. Scendono in campo politici, istituzioni e associazioni di genitori. Tutti si interrogato sulle possibili corresponsabilita' di Facebook e invitano il social network a prendere posizione: secondo alcuni le impostazioni sulla Privacy sarebbero troppo generiche, sarebbe facile cadere in errore. ''Non siamo responsaili'', ha risposto ieri piccata Facebook Olanda secondo cui é la stessa ragazza ad aver commesso l'errore rendendo l'invito pubblico. E noi, ha proseguito un portavoce, '' non possiamo certo prevenire il fatto che altra persone pensino di tenere una festa in un determinato luogo''.


Insomma, da domani, se pensate di fare una festa e pubblicare l'evento su FB, state molto molto attenti a non rendere l'invito pubblico: ovunque voi siate potreste trovarvi tutta l'Olanda davanti alla porta.

martedì 11 settembre 2012

REALI, ANCHE L'OLANDA HA LA SUA LADY D

LA PRINCIPESSA MAXIMA, ARGENTINA, NUOTA NEI CANALI DI AMSTERDAM PER BENEFICENZA
ED IL POPOLO ARANCIONE LA AMA SEMPRE DI PIÚ



Si chiama Maxima, é argentina, e nel giro di pochi anni si é fatta amare dai 'sudditi' olandesi che hanno riniziato ad affezionarsi alla monarchia proprio grazie a lei. Originaria di Buonos Aires, ha sposato il principe Willem Alexander, figlio della regina d'Olanda Beatrix, una decina di anni fa e, da allora, le azzeccate praticamente tutte conquistando media e cittadini di tutte le etá. Bella ma senza spocchia, elegante quanto basta (nella foto in basso la vedete con il marito al matrimonio di William & Kate) e con un sorriso da simpaticona, é mamma di 3 bimbe che, manco a dirlo sono, biondissime in puro stile olandese (piú in basso vedi ritratto di famiglia).



Maxima, of course, ha imparato l'olandese in quattro e quattr'occhi. Proprio l'obiettivo dell'insegnamento della lingua Dutch agli immigrati -a suo parere vera chiave di integrazione nei Paesi Bassi- é diventato il suo cavallo di battaglia. Grazie a lei si sono moltiplicate le scuole che fino a questo momento (prima dei recenti pesanti tagli del governo) hanno offerto corsi gratuiti di lingua agli stranieri. Io stessa ho seguito per un anno e mezzo gratuitamente un corso che culmina con un esame di stato il cui titolo permette, volendo, di accedere all'universitá.

Unica reale al mondo a sostenere apertamente i diritti gay, si scapicolla da sempre per sostenere cause benefiche. L'ultima mission della principessa, si é svolta ieri: obiettivo raccogliere fondi per la ALS, la malattia degenerativa dei muscoli ancora senza cura. Solamente che Maxima mica si é limitata ad andare a una cena di gala, una festa per raccogliere fondi o qualsiasi altra cosa di normale realizzazione. Lei ha pensato bene di partecipare a una sorta di maratona benefica organizata da questa fondazione. Ma mica a piedi! Troppo facile. Bensí in acqua. A nuoto cioé. E dove? Nientedimeno che nei canali del centro di Amsterdam. Ora, non so se vi é mai capitato di buttare un ochio all'acqua dei canali. Non é che é torbida. Di piú. Anche i topi si imbarazzano a starci vicino. L'azianda locale dell'acqua si é affrettata a precisare che i partecipanti non avrebbero corso nessun pericolo salvo poi consigliare di non tuffarsi nel caso si avessero ferite. Voi l'avreste fatto?

Ma non é tutto: perché Maxima, ciliegina sulla torta, si á fatta immortalare dai fotografi nell'unica tenuta in cui nessuna donna al mondo (a parte Federica Pellegrni & Co.) si farebbe mai ritrarre, quella in cui nessuna creatura di sesso feminile -nemmeno Monica Bellucci-potrebbe sembrare lontamente, non dico carina, ma umana: insomma in cuffietta e occhialini (eccola nella foto sotto). Ora voi ve levedete le varie Kate d'Inghilterra, Paola, di Belgio, Carolina di Monaco, Rania di Giordania e chi piú ne ha piú ne metta, a fare una cosa simile? Io proprio no. Insomma da oggi Maxima ha tutta la mia illimitata stima.





venerdì 7 settembre 2012

COPPIE GAY: VUOI VEDERE CHE AMSTERDAM NON É COSÍ FREE?

IL FOTOGRAFO ERWIN OLAF ORGANIZZA UN BACIO COLLETTIVO PER PROTESTA CONTRO IL PADRONE DI UN BAR CHE LO AVEVA CACCIATO PER ESSERSI SCAMBIATO EFFUSIONI IN PUBBLICO



Amsterdam, si sa, é fra le capitali gay per eccellenza. Si sono da poco conclusi i festeggiamenti per il Gay Pride, un evento che qui si spalma durante l'arco di una settimana e che richiama gente da tutto il mondo. L'Olanda, in generale, é sicuramente gay friendly: qui da piú di 10 anni gli omosessuali possono sposarsi e adottare figli.

Vivendo qui si entra in un'idea di assoluta naturalezza e perfetta convivenza fra omo ed eteressuali. Sono lontani anni luce gli interminabili rompicapo italiani sulle coppie gay che tanto animano il dibattito politico e non del nostro Paese. Questa realtá insomma esiste e basta. Se non ti sta bene, fatti tuoi, sembra dirti una societá estremamente aperta. Tanto per fare un esempio che mi riguarda personalmente posso raccontare che in classe di mio figlio c'e'un carinissimo bimbo con due mamme. Giuro che é proprio come tutti gli altri bimbi e che non ha tre teste e sei gambe. Non é il solo della scuola il cui corpo insegnati annovera un aitante ragazzo che se non é gay lui..., bhe, Cicciolina é vergine. Non ho sentito contro di lui nessuna protesta di gruppo da parte di genitori inferociti che credono che essendo gay sia portatore di una malattia che si trasmette stando nelle vicinanze o diventando suo alunno.

Cosí onestamente mi sono stupita quando poco tempo fa il quotidiano Het Parool ha pubblicato un sondagio in cui si chiede agli abitanti di Amsterdam quali siano le cose che piú li infastidiscono in pubblico. Dai dati emerge infatti che il 45% degli intervistati prova un certo imbarazzo a vedere due uomini che si baciano in pubblico e il 38% prova lo stesso sentimento nei confronti di due donne Ma in realtá prima di questi il top della lista é occupato da chi, per strada, sputa(88%), si tocca il pacco (72%), si scaccola (67%), si taglia le unghie (49%).


I baci in pubblico fra persone dello stesso sesso hanno in realtá iniziato a far discutere Amsterdam all'indomani di quello che é accaduto al fotografo Erwin Olaf (vedi una sua foto sopra). Verso metá agosto Olaf si trovava con il suo ragazzo al centro di Amsterdam dove, fuori ad uno snack bar, si baciava col suo ragazzo. La cosa non é piaciuta al proprietario del negozio (che guarda un pó é mussulmano)il quale ha iniziato a gridargli contro intimandogli di smetterla immediatamente. Ma Olaf, che ad Amsterdam é una notorietá, tornato a casa ha chiamato a raccolta attraverso Facebook tutti i suoi contatti per protestare contro quello che gli era accaduto. Invitando a baciarsi proprio di fronte allo snack bar incriminato. É riuscito a convogliare lí circa 300 persone, tutte intente a baciarsi di fronte a un basito proprietario, e a scatenare un putiferio sui mass media che hanno riportato solerti l'accaduto. Il fatto quindi ha rinnescato il dibattito sulla tolleranza verso il mondo gay. In un momento delicato in cui la liberale Amsterdam sembra far dei passi indietro in fatto di droghe leggere (con l'introduzione del nuovo 'wiet pas'che impedirá ai turisti di entrare nei coffee shop) e prostituzione (con un progetto che prevede la 'bonifica' del quartiere a luci rosse. La domanda quindi é: sondaggi e recenti accadimenti sono solo punti non connessi o la spia di una qualcosa di piú grosso che prende il nome di intolleranza?

lunedì 6 agosto 2012

LINGUA OLANDESE: SUONA STRANA MA PENSA POSITIVO

E'da un pó che non aggiorno questo blog. Il perché risiede nel fatto che ogni volta che scrivo ci metto un bel pó di tempo: immagino sempre di essere la penna d'oro di Amsterdam Ovest. Praticamente ogni volta che esterno su questo blog -anche se a qalcuno potrá sembrare solo uno strano bla bla bla- cerco sempre di 'nascondere' dentro il post una notiziola, qualche dato scovato qui e lá,una foto caria, qualcosa che un pó possa servire a un occasionale, o affezionato, lettore.

L'attitune mi deriva, credo, da alcuni (psicologicamente) incancellabili anni nel giornalismo sotto le grinfie di sadici ma ottimi colleghi che peró, a furia di cazziatoni, e calci in culo (il giornalismo é un mondo di cerberi)ti insegnano la struttura base di un pezzo. Bhe' fanculo. Non agli ex colleghi, ovviamente, verso alcuni dei quali nutro tutt'oggi infinita gratitudine (non tutti devo dire, alcuni hanno tentato piú volte di farmi la pelle, riuscendoci con successo) ma alle regole base di un pezzo. Ed infatti sfogliando qualche rivista italiana mi sono resa conto che ci sono dei giornalisti che scrivono delle minchiate pazzesche. I cosí detti 'pezzi di colore' ne contengono ovviamente di piú. Trasposizioni su carta dei loro blog che a volte, sará che é un pó che non mastico l'italiano, faccio fatica a capire, a coglerne il significato, il messaggio, il perché di un editore di doverli pagare per quella grande stronzata.

Allora mi sono fatta forza e mi sono detta che se anche un sedicente affermatissimo giornalista italiano puó spararle cosí senza filo né coda, perché proprio io avrei bisogno sempre di un appiglio alla realtá, ai numeri, a una seppur fetente di notizia?

Tutto questo per dire che ora anche io faró cosí. Butto giú tutto cio'che mi viene in mente, a fontana. Ed infatti, oggi, riflettendo su lgrubazioni e crisi esistenziali mi e' passato per la mente questo:

In Olandese, si quella lingua che chissá perché gli italini considerano piú difficile del cinese, esiste un'espressione bellissima e positiva che dá speranza anche al piú cronico dei depressi. E'KOMT GOED. L'espressine gemella in italiano é: Non ti preoccupare, tutto andrá bene. Con una grande differenza peró: quando la senti da un olandese, non so perché, ci credi veramente. Chi lo dice lo fa con talmente tanta cnvinzione che tu ti illumini di speranza all'istante e rinizi a credere come non ti sccedeva dal giorno della prima comunione. E' incredibile perché é solo questione di tempo ma le cose poi si inizieranno veramente ad aggiustare. Ora, se ho un problema grosso e qualcuno mi dice in italiano che andrá tutto bene, io non ci credo, guardo anzi la persona in malo modo e penso 'perché questo parla per frasi fatte? voglio vedere a lui'. Anzi a volte mi gratto pure un pó. Invece 'Komt goed' ti dá la certezza matematica che quella situazione veramente si risolverá, che tutto andrá a buon fine, che i tuoi problemi esistenziali si risolveranno e tornerá il sereno. Sereno, ovviamente, solo in senso metaforico perché fuori, puoi starne tranquillo continuerá, anche ad agosto, sempre incessantamente a piovere.

giovedì 19 luglio 2012

DROGHE: IL GHB CHE FA PAURA AD AMSTERDAM





Si chiama GHB la droga che sta mettendo in ginocchio molti fra giovani ma anche meno giovani in Olanda, e in particolare ad Amsterdam. Secondo dati ufficiali della fondazione 'Consument en Veiligheid' recentemente pubblicati, si é regisrato nell'ultimo anno un'impennata di consumi di questa sostanza che fa particolarmente paura proprio perché prodotto 'fai da te', realizabile in casa con un miscuglio di sostanze fra cui prodotti  per pulire ad alto contenuto tossico e acqua distillata. Il GHB spaventa perché produce molto velocemente un'estrema dipendenza, fisica e psicologica. Le sue 'vittime' sono tanto piú difficili da scovare perché il suo consumo é piú che altro da after-party, e cioé da casa.

Fra i suoi effetti, una forte sensazione di rilassamento e allegria ma anche, e soprattutto, perdita dei freni inibitori e voglia sfrenata di fare sesso. Da qui il suo soprannome di droga dello stupro: il GHB é liquido, facile da mettere in un bicchiere, anche all'insaputa di chi beve. Ma qui, piú che questo ultimo caso, si registrano quelli di chi ben consapevolmente ne fa uso, proprio allo scopo di migliorare le prprie prestazioni sessuali. Fin qui la parte 'divertente'. Il suo uso prolungato, invece, produce disturbi del sonno (chi lo usa non riesce quasi piú a dormire in maniera naturale ma per addormentarsi deve fare ricorso allo stesso GHB, che produce una sorta di coma da sonno o ad altre droghe) psicosi (come quelle assimilabili all'uso smodato di cocaina), e notevole perdita di peso (che fa sembrare il suo consumatore abituale piú simile a un morto vivente che a una persona vera e propria).

Sta facendo proseliti nel mondo delle sostanze illegali, un pó perché di moda, un pó perché economicissima. Nello stesso tempo é estremamente nociva a causa del fatto che facilmente si puó sbagliare, in termni di millilitri, la dose che fa la differenza con un 'bad trip'. Se una dose 'normale' é paragonabile a una forte ubriacatura, seppure all'ennesima potenza, una eccessiva puó portare alla completa perdita di conoscenza, e nei casi piú gravi, al coma e anche alla morte.
Cosí proprio poco tempo fa il morto 'cé'scappato' e a un party, un ragazzo di 28 anni, é stramazzato al suolo senza che nessuno, per un bel pó di tempo si accorgesse che invece che essere un comune effetto da GHB, lo svenimento, fosse in realtá passato a miglior vita.

Non ultimo poi il caso di un noto presentatore tv che durante a una festa é stato portato di corsa in ospedale e ricoverato in terapia intensiva proprio a causa di un'overdose da GHB. Il poblema insomma é proprio questo: l'uso di questa sostanza sta diventando sempre piú comune fra chi frequenta la night life andando a sostituirsi insieme ad altre sostanze come la chetamina, alla 'classica' ecstasi e alla Mdma. Ad Amsterdam é allarme. Nei centri specializzati in tossicodipendenze, i cosí dtti Rehab, il numero delle persone che, pur volendo, non riesce a liberarsi dalla sua dipendenza, continua a aumentare. Pare che sia difficilissimo uscirne, quasi al par della dipendenza da eroina.







martedì 10 luglio 2012

DJ E SINDACO DELLA NOTTE SI PREPARANO ALL'AMSTERDAM DANCE EVENT


Dj, club e, in generale, il popolo della notte, soprattutto quello 'electro', hanno un loro sindaco. Succede ad Amsterdam dove la night life é considerata cultura vera e propria e guadagna il rispetto delle istituzioni locali che per regolamntarla e ottimizzarla anche in termini economici  mettono  a capo delle serate della capitale olandese un vero e proprio sindaco, quello che qui viene chiamato il 'nachtburgemeester'. L'attuale sindaco della notte si chiama Mirkin Milan, ad Amsterdam noto organizzatore di feste ed eventi. Da marzo ha preso il posto di Isis van der Wel (nella foto in alto), la notissima dj made in Amsterdam che da poco ha festeggiato 20 anni di carriera con un festone al club Paradiso che ha riunito tutti i danzerecci della prima ora, quelli che hanno animato gli house party fra la fine degli anni '80 e i primi '90 e che qui ad Amsterdam hanno avuto fra le location piú cool il leggendario RoXY Club, distrutto al suolo con un incendio nel 1999.



Insomma la night life ha un posto di primo piano nella vita della cittá. Basta aprire un qualsiasi giornale con l'agenda di Amsterdam per rendersi conto della quantitá di 'eventi danzanti' che si svolgono ogni week-end. E mentre in estate si moltiplicano i Festival, uno su tutti l'attesissimo Love Land, in programma l'11 agosto prossimo, fervono giá i preparativi per l' AMSTERDAM DANCE EVENT (anche detto Ade, vedi logo in alto), il consesso di musica elettronica in cartellone nella capitale il prossimo ottobre che riunirá piú di 800 artisti provenienti da tutto il mondo e che si dipanerá fra piú fra 52 club per un totale di 220 eventi in cui verrannno presentati gli ultimi trend. Per gli appassionati del genere é piuttosto imperdibile. Ma, in generale, per comprendere il risalto che viene dato all'Ade, basti pensare che alcuni dei nomi in cartellone sono stati annunciati su quotidiani e siti nazionali. Fra i nomi appena snoccialati, Richie Hawtin, che presenterá in questa  ocasione il suo ultimo concept 'Enter', Carl Cox, Fatboy Slim, veri e propri dj-guru seguiti sempre e comunque da una schiera di fedelissimi. Insomma i Dj amano Amsterdam e Amsterdam contraccambia. Ed infatti il numero di Dj presente in cittá é quasi imbarazzante. Sono tanti, ma veramente troppi. Qui chiunque ha un amico Dj. Non a caso su Facebook gira una vignetta (vedi in basso) che dipinge bene la realtá di Amsterdam. Anche io ho il mio amcico Dj. Si chiama Dj Roelove ed é fra i resident al Supper Club. In basso, per farvi calare un pó nelle atmosfere dance di Amsterdam, vi propongo un suo video






giovedì 5 luglio 2012

IN OLANDA ANCHE CON L'AMORE SI CONQUISTA LA TRIPLA A

Gli olandesi, per chi non lo sapesse, sono dei geni in affari. Riescono a monetizzare e far uscire soldi da tutto. Dal bene e dal male. Napoli é sommersa dalla monnezza? Chi se la accolla facendosi pagare caro e amaro per incenerirla? Gli olandesi of course (che manco a dirlo alcune discariche le hanno dovute chiudere perché loro di rifiuti non ne producono abbastanza). Il capitano Schettino si va a infrociare contro uno scoglio al Giglio dando vita al piú grande disastro in mare dopo il Titanic? Chi va a recuperare il carburante e a salvarci dal disastro ambientale? Sempre loro, i Dutch.  (Ecco in una foto i tecnici della societá Smit mentre fra uno svuotamento di serbataio e l'altro, il 30 aprile, trovano il modo di festeggiare il Queensday sull'isola coinvolgendo a festa anche gli abitanti dell'isola, mentre, guarda un pó, scorrevano fiumi di birra). 


Ma se potrebbe sembrare che gli olandesi facciano soldi sulle disgrazie degli altri, ebbene non é cosí. Perché questi money makers  della Mittle Europa in raltá riescono a trasformare in euro anche buoni sentimenti come l'amore. Un piccolo esempio vi fará capire cosa voglio dire. Pochi giorni fa notavo la mia amica B., divorziata e con una nuova storia d'amore all'attivo, con in mano un fascicolo di circa 300 pagine. Siccome noi non ci dobbiamo mai fare i cazzi nostri, le ho chiesto cosa fosse. Non l'avessi mai fatto. La risposta infatti mi ha molto turbato:  era il cartaceo di tutte le e mail che lei  e il suo nuovo amore si son mandati dall ínizio della loro storia. Ora, voi come me vi domanderete: perché questi due grafomani le hanno volute passare su carta? Ma per trasformare il tutto in un libro naturalmente! Sono stati giá contattati da un editore interessato.  Se il progetto avrá successo ne potrebbe pure uscire un film. Ma certo! Perché non ci ho pensato prima io? Eppure sono sicura che la storia fra me e Merlijn é un unicum nel suo genere che ci potevamo fare i miliardi a raccontarla. E invece no, noi sempre a far divertire gli altri a grati's. 

La differenza sta nel fatto che gli olandesi imparano a fare soldi fin da bambini. Mica come noi bamboccioni. Mio figlio Adriano, per esempio, ha giá avuto in regalo una decina di salvadanari. I figli dei miei vicini di casa vengono a turno a chiedere se possono aiutare a fare qualcosa. Che gentili questi bimbi, mi sono detta la prima volta. Solo dopo ho capito che volevano ua ricompensa, economica naturalmente. Finalmente mi hanno spiegato che fin da bambini sono abituati a fare piccoli lavoretti per guadagnarsi i primi soldini. Ancora meglio poi se sulle spalle degli ingenui vicini stranieri. 

L'apice di questa cultura del guadagno avviene nel corso di mercatini che vedono protagoste famigliole che si vogliono sbarazzare di tutte le cianfrusaglie che posseggono. L'esempio massimo si ha durante la Festa della Regina che non é solo il giorno in cui tutti stanno fatti ma é la giornata in cui in realtá  tutti i commerci sono liberalizzati. Ecco quindi spuntare nei parchi centinaia di queste bancarelle dove a fare le trattative sono soprattuto i bambini. 




I prezzi vanno dai 10 centesimi ai 5 euro e loro ovviamente si divertono tantissimo. Nel frattempo assorbono i principi dell'economia moderna imparando subito a tenere, una volta diventati grandi, a bada lo spread. Anche io, come testimonia la foto in alto, ho partecipato attivamente a uno di questi eventi facendo da assistente al figlio di un'amica che, peró, mi ha bacchettata perhe, a suo parere, svendevo eccessivamente. Eccoci (carini eh?) mentre tentiamo di guadagnarci la nostra fetta di mercato. Insomma anche io, seppure a scoppio ritardato, diventeró un'abile imprenditrice. Per insegnamento, inutile dirlo, di questi bambini economi.

mercoledì 27 giugno 2012

COFEE SHOP: ANCORA PROTESTE CONTRO IL WIET PAS

Non si arrendono. Anzi, tornano in piazza piú battaglieri che mai. E' il popolo della Cannabis, formato da quelli che proprio non ci stanno al cosí detto 'wiet pas' (in olandese, letteralmente, lasciapassare per l'erba). A partire dal primo gennaio 2013, infatti, l'ingresso nei cofee shop di Amsterdam sará bandito ai turisti mentre i residenti saranno costretti a registrarsi in uno speciale 'albo'che gli dará la possibilitá di acqustare, attraverso il rilascio di un tesserino, i piú comunemente conosciuti come fumo e erba.

Domenica scorsa, quelli che dicono 'no'al wiet pas si sono dati appuntamento a Westernpark, il parco di Amsterdam da qualche anno risorto e convertito in centro multi-culturale (si trova di tutto un pó: da un cinema che dá grande spazio a produzione alternative a un  teatro, dal club techno-huose Wester Unie fino a una piccola fattoria dove i bimbi possono giocare fra galline e pecorelle) e hanno fatto sentire la propria voce contro la nuova legge. Nella foto in basso due manifestanti, che non sembrerebbero nemmeno due giovincelli  in preda ai primi entusiasmi da canna, mettono a confronto il numero di persone decedute causa tabacco (19.357) e alcol (3.855) con quelle decedute causa uso cannabis (0).



In realtá il wiet pas é giá entrato in vigore in alcune cittá olandesi fra cui Mastricht, luogo di confine che da sempre attraeva gente dei paesi limitrofi (Germania, Belgio e Francia) che si recavano lí 'in gita' proprio per acquistare droghe leggere. Ecco quindi, all'indomani del provvedimento, apparire sulle strade cartelli come quelli della foto in basso che mettono in guardia i turisti sull'entrata in vigore delle nuove norme: new rules, no drugs, appunto.


Tornando alla manifestazione non bisogna omettere di dire che il tutto ha assunto una conotazione abbastanza politica. Ed infatti gli organizzatori non si sono limitati a gridare slogan contro il provvedimento, ma hanno invitato i manifestanti a non votare alle prossime elezioni del 12 settembre (in Olanda si sceglierá il nuovo governo recentemente caduto) quei partiti, evidentemente di destra, che sostengono il provvedimento. Come dire, l'ultima parola non é ancora detta.


giovedì 21 giugno 2012

PROBLEMI TECNICI





PER PROBLEMI TECNICI -CHE PRESCINDONO DAL MIO CONTROLLO- NON RIESCO, GIÁ DA QUALCHE GIORNO A PUBBLICARE POST. MI SCUSO CON CHI  HA LA BONTÁ DI SEGUIRMI. SPERO DI RIPRENDERE AL PIÚ PRESTO!

martedì 12 giugno 2012

W LA MARATONA DEI BAMBINI: LORO A CAMMINARE IO A DIRIGERE IL TRAFFICO

AD AMSTERDAM IL GRANDE SUCCESSO DELLA AVONDVIERDAAGSE



Una tribú festante e pacifica di bambini che cammina. E'stata questo e non solo la AVONDVIERDAAGSE, la maratona in cui tutti bambini delle scuole della nostra zona (Ijburg)  hanno camminato per quattro sere consecutive -5 o 10 km a serata- arrivando l'ultimo giorno  a ricevere per mano delle proprie maestre una medaglia per cui si vanteranno per tutto il resto dell'anno. 



Guardate le foto in alto: questo é solo uno dei ponti che hanno calcato in centinaia, bloccando il traffico di biciclette che li hanno pure un poco bestemmiati, beccandosi l'ultima sera tanta di quella pioggia che dopo i genitori li hanno dovuti appendere sullo stendipanni, facendosi le piaghette sui piedini che il giorno dopo sembravano un popolo di nani zoppi. Ma loro no, erano felici, felici di soffrire perché sapevano che la gloria per quello che stavano faccendo li avrebbe ricompensati.



La loro 'fuga per la vittoria' ha, ahimé, coinvolto anche i loro genitori. Chi li accompagnava, chi si é messo a dispozione per attivitá che aiutassero lo svolgimento dell'evento. Io, che dopo i 5 km del primo giorno, mi sono categoricamente rifiutata di farne altri 15 nei giorni seguenti (mio figlio é andato con il papá che ancora deve riprendersi dallo shok fisico: l'ultima volta aveva 12 anni quando ha fatto cosí tanto sport), mi sono lanciata, un fulmine mi colga la prossima volta che dico di si, nelle attivitá di volontariato. Per due, interminabili, serate.

Il primo giorno é stato semplice: facevo la guardiana dei cessi. Cioé nella scuola da cui i bambini partivano per la maratona, nel tempo prima dello start, dovevo controllare che nel bagno non si azzuffassero (ed é ovviamente successo). Ma il compito di gran lunga piú difficile mi é stato assegnato il secondo giorno quando mi hanno messo a fare letteralmente il vigile a un incrocio a stella uncinata per impedire che i bambini attraversassero con il rosso e che qualche macchina li spiaccicasse durante l'attraversamento. Eccomi nella foto in basso nella mia veste di collaboratrice degli ausliari del traffico:



La cosa si é rivelata molto piú complicata, e a tratti pericolosa per la mia stessa incolumitá, di quanto mi aspettassi. Tutto é iniziato nel pomeriggio quando io e altri genitori-addetti al traffico siamo stati convocati dalla Polizia in persona per le istruzioni su come dirigere tutta l'operazione. Sará che un pó ero distratta, un pó il poliziotto parlava per i miei gusti troppo velocemente in olandese, che ho capito giusto un terzo di quello che diceva e quindi di quello che mi sarebbe capitato da lí a poco. 

Infine mi hanno consegnato una piantina in mano dove il mio nome era segnato al posto X. Arrivata in loco mi sono resa conto che era uno degli incroci piú pericolosi del Nord Europa dove le macchine, i tram e le bici ti arrivano a tutta velocitá da tutte le direzioni. 



Ma il vero panico é scattato quando é arrivato il primo gruppone di maratoneti che dovevo fare attraversare senza fare morire, e senza morire io stessa. Gentilmente, quando il semaforo é riscattato rosso per loro, li ho pregati con calma di fermarsi e non continuare a camminare come un gregge di pecore rinciglionite che segue il pastore senza badare a null'altro. Quando ho capito che cosí non mi cagavano di pezza, sono passata alle maniere forti e gli ho gridato inferocita STOP! STOP! Finalmente mi sono stati a sentire: sulla mia figura é calata una certa autoritá. Alcuni bambini mi chiedevano dove fosse la mia pistola, dov'era parcheggiata la mia berlina d'ordinanza. Io ci ho preso gusto, ho sorriso sorniona e anche se nesuno  mi capiva li ho indirizzati dall'altra pate della strada al grido di: 'CIRCOLARE, PREGO CIRCOLARE'. 

giovedì 7 giugno 2012

BICI IN OLANDA: L'ACCESSORIO DIVENTA FASHION

Scordatevi il vecchio secchiello e le borse da mettere ai lati delle ruote. Sono roba del passato, preistorica.


 Adesso se vai in bici e vuoi portare con te qualcosa di piú o meno pesante non puoi fare
 a meno di fare montare, proprio sopra la ruota anteriore, questo portapacchi (vedi foto sopra). 
Ad Amsterdam ce l'hanno praticamente tutti (anche io, modestamente) ed anzi se non ce l'hai sei un pó sfigato. Ecco. Nel paese da tutti considerato anti-fashion (quanto volte ho sentito, ''gli olandesi si vestono male''. per inciso, non é vero), la moda si scatena sul simbolo, l'icona di questo Paese: la bicicletta. 

Ma, direte voi, cosa ci faccio io di questo coso brutto sulla bici? Ebbene, é solo una base per poggiare i vostri cestelli. Il piú popolare? Quello rubato al supermercato che normalmente si usa per la frutta. Ma la fantasia dei fietsmakers (i bicicletai) é andata ben oltre e, fiutato l'affare (come sempre in Olanda se esiste una sicurezza é questa: si inventano i modi piú disparati di fare soldi), si sono scatenati a inventarsi qualcosa di  'oltre'. Che dire di questo porta oggetti in verde pisello? Perfetto per mamma che va a fare la spesa e che ci mette dentro tutte le verdurine che ci piacciono tanto!



O di quest'altro? In grigio. Ottimo se stai andando al lavoro indossando un taieur con simili nuances.



L'appassionato di scampagnete ama invece questo qui in basso. Mentre pedali e trovi un posto carino dove fare un pic-nic lo stacchi e stai a postissimo.

La mia amca Maaike invece ne ha uno come quello nella foto qui sotto. In piú il suo si fregia anche del manico. Quindi lei quando arriva in un posto, parchegga la bici, stacca il cestello e se lo porta a mó di ''quel mazolin di fiori che vien dalla campagna'' dovunque vada.


Ancora indecisa su quello da adottare, ho preso tempo e per ora vado in giro con il solo portapacchi senza cestello. E' una scelta importante. D'altronde, a ciascuno il suo Bike Style.

martedì 5 giugno 2012

LO STRANO CASO DELL'ARTISTA CHE TRASFORMA GATTO MORTO IN ELICOTTERO

                            AMBIENTALISTI E PARTITO DEGLI ANIMALE INSORGONO



Il suo gatto é morto e cosí lui ha pensato di trasformarlo in un  elicottero telecomandato.
La pensata l'ha fatta l'artista olandese Bart Jansen che ha esposto il suo ultimo lavoro al KunstRai, la mostra che si é appena chiusa ad Amsterdam e che ha visto coinvolte 68 gallerie olandesi.

Orville, questo il nome del gatto scomparso, é stato montato su un elicottero telecomandato con tanto di eliche e carrello d'atterraggio. La quantomeno singolare installazione ha e continua a provocare una serie di polemiche fra gli animalisti che tacciano Jansen di maltrattamento, per quanto postumo.


E se sui muri della mostra sono apparse scritte a firma anonima che recitavano minacciose: ''vergogna, morte agli assassini degli animali'', Johnas van Lammeren del partito degli animali, sebbene con toni piú pacati, ha espresso tutta la sua contrarietá per il lavoro dell'artista. ''E'sempre pericoloso parlare di censura nei confronti di qualsiasi espressione artistica -ha ragionato- ma chiediamo a tutti gli artisti di manntenere un livello di decenza e rispetto nei confronti degli animali''. 


L'autore, da canto suo, ha risposto candidatamente con queste parole: ''Il mio gatto amava gli uccelli. Sono sicuro che gli sarebbe piaciuto volare fra di loro, e finalmente, lo puó fare''.

E voi che ne pensate? Voi e i vostri gatti di casa vi sentiti offesi da Bart Jansen?